Nella mattinata di oggi CNA Costruzioni ha ufficialmente comunicato alla Protezione Civile Nazionale la propria piena disponibilità ad inviare uomini e mezzi di imprese altamente specializzate, nelle zone colpite questa notte dal sisma nel centro Italia, al fine di rimuovere più sollecitamente le macerie ed accelerare le procedure di soccorso.
«Il coordinamento interprovinciale di CNA Costruzioni in Campania – commenta il presidente, Antonio Lombardi – è stato tra le prime realtà associative ad attivarsi, sollecitando diverse imprese che hanno maturato una significativa esperienza nel settore. Attendiamo un segnale dalla Protezione Civile Nazionale per convogliare, nei luoghi che ci verranno indicati, le nostre risorse umane e i nostri mezzi. Voglio perciò ringraziare tutte le imprese associate, e i loro operai, che nonostante il periodo ancora feriale hanno dato un immediato riscontro alla richiesta di aiuto che veniva dalle regioni colpite dal terremoto».
CNA Costruzioni nelle prossime settimane solleciterà inoltre interventi legislativi affinché si attivi un programma straordinario di messa in sicurezza antisismica degli edifici, a partire dalle strutture pubbliche. «Nel mentre si discute dei pur importantissimi incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie – commenta il presidente Lombardi – è sempre più avvertita la necessità di integrare queste strategie con un progetto incisivo di medio termine per l’adeguamento sismico di un patrimonio edilizio vetusto e insicuro. Bisogna sostenere, con forti incentivi fiscali, l’adeguamento antisismico e la verifica periodica strutturale degli edifici e, nel contempo, promuovere strumenti come la rottamazione per la demolizione degli stabili più pericolosi».
«Un territorio ad elevato rischio sismico come il nostro – conclude il presidente Lombardi – non può pagare tributi periodici così pesanti in termini di vite umane e di ricostruzione. Occorre che la politica assuma scelte coraggiose ed efficaci, come ha fatto in passato il Giappone, dove eventi sismici anche più gravi e più frequenti, non producono effetti così devastanti».