Si sta per chiudere in una vergognosa farsa l’estate a Bagnoli: gremiti di bagnanti e di improvvisati lidi abusivi (con tanto di somministrazione di alcolici) tratti costieri interdetti alla balneazione e sull’arenile all’elioterapia.
A decine di metri dal commissariato di Polizia di Bagnoli indisturbati alcuni individui noleggiano abusivamente lettini e ombrelloni offendo ai clienti anche un improvvisato, fatiscente e privo delle più elementari norme igienico-sanitarie servizio bar.
Un andazzo che si ripete anno per anno, una vergogna senza fine di cui nessuno sembra essere responsabile. Allora è veramente il caso di chiedersi: chi controlla il controllore?
Palesemente nessuno.
Il rieletto sindaco di Napoli Luigi de Magistris aveva promesso tanto in periodo elettorale alla gente di Bagnoli puntando sulla legalità e sulla bonifica del territorio. Ben altro invece è lo scenario che si presenta a chi vive i luoghi.
Come pretendere allora di combattere la camorra con la sola repressione, aumentando il numero di volanti e posizionando ornamentali postazioni dell’esercito quando non si muove un dito per creare occupazione, garantire adeguata scolarizzazione e sana aggregazione tra i giovani.
Ai ragazzi poco importano le chiacchiere: qui il sistema paga e ti garantisce rispetto nel quartiere. Un rispetto equivocato, distorto ma che comunque ti eleva dalla monotonia e dalla sottomissione del gruppo nei confronti della società.
In certi quartieri lo Stato viene visto come entità astratta ed estranea alle proprie ambasce: tanto le credenziali per chiedere ufficialmente un prestito non si avranno mai ne le conoscenze per trovare lavoro, quindi a chi rivolgersi se non a mamma camorra per poter “campare”. Questa è la cruda e amara realtà dei fatti a cui le istituzioni ad oggi non hanno posto rimedio. Inutile appellarsi alla coscienza di certi politici (locali e nazionali): se mai ne avessero avuta una, Napoli non sarebbe ridotta in tali miserabili condizioni.
Fiction come Gomorra non fanno poi che peggiorare la situazione: non trapela infatti il messaggio sociale insito nel lavoro cinematografico ma al contrario, il miraggio di poter fare tanti soldi in fretta sebbene giovanissimi e mantenere tenori di vita altissimi.
Un delirio di massa che scippa la vita a migliaia di giovani che vivono nei quartieri ghetto di Napoli: giovani a cui la Napoli bene ha sempre guardato con la “puzza sotto il naso” considerandoli di fatto cittadini di serie C.
In sintesi: con le chiacchiere e il “gioco delle tre carte” Napoli è destinata a soccombere sotto una spessa coltre di immoralità e collusione tra camorra e istituzioni.
Alfonso Maria Liguori