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Napoli, l’incubo del racket arriva al Vomero. I commercianti: “Paghiamo il pizzo da sempre”

Vomero, shoppingBenzina versata sulla saracinesca di un supermercato del Vomero sito in via San Giacomo dei Capri: il proprietario ieri mattina giunto sul posto per la consueta apertura notando notevole quantità di benzina sparsa sulla serranda e nelle immediate vicinanze della stessa ha immediatamente allertato i carabinieri.

Gli investigatori non avrebbero dubbi: l’ombra del racket sarebbe calata sinistra nella zona. Si tratterebbe di un gesto preventivo intimidatorio ai danni del commerciante che ha però dichiarato di non aver ricevuto alcuna minaccia o richiesta estorsiva. In queste ore i militari stanno visionando le telecamere di sicurezza della zona per fare luce su una vicenda che non sorprende più di tanto i residenti.

Abbiamo ascoltato alcuni cittadini del luogo, anche commercianti, e le dichiarazioni sono state sconcertanti: “La camorra qui c’è sempre stata – ha precisato un esercente – e in forma più o meno rilevante il pizzo si è sempre pagato. Siamo nauseati dal fatto che in occasione di un attentato intimidatorio o di un raid attribuibile al racket ci si mostri ancora sorpresi: è una brutta storia mai superata al Vomero e nell’intera città. Questi signori sono tanti, potenti economicamente e armati fino ai denti. Per non parlare delle amicizie influenti spesso anche con le forze dell’ordine e i politici. Noi subiamo e continuiamo a sperare in un cambiamento che non arriva mai. Ai nostri figli diciamo di non investire a Napoli: troppi sacrifici e pochi risultati in un clima di camorra e incertezza”.

Non è la prima volta che ascoltiamo parole del genere proferite con rassegnazione da un commerciante partenopeo, che percepiamo lo sconforto di chi abbandonato da sempre dalle istituzioni tira a campare esortando le nuove leve a lasciare Napoli.

“Io sono stata in commercio per anni – ha continuato una vomerese doc – e anche a un certo livello. Oggi è finito tutto: a Napoli per mantenerti a galla commercialmente parlando devi appartenere, conoscere direttamente o indirettamente chi di dovere o ti distruggono in breve tempo. E’ un circolo diabolico ben organizzato: per far fronte alle difficoltà ti indebiti, le banche non ti fanno più credito e sei costretto per non chiudere a ricorrere agli strozzini della camorra. Un vortice senza fine che distrugge in pochi mesi anni di duri sacrifici. Lo Stato deve fare di più per guadagnare la fiducia dei cittadini, la sola repressione non basta. Arrestano un camorrista e ne escono altri 10: occupazione, rilancio produttivo e sgravi fiscali subito o il sano commercio a Napoli sarà costretto a prostituirsi al crimine organizzato”.

Non aggiungiamo altro: ci resta solo la fierezza di aver fedelmente riportato lo sfogo e la denuncia sociale di chi ha subito sulla propria pelle la violenza fisica e psicologica della camorra.

Alfonso Maria Liguori

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