Un murale per Giancarlo Siani nel luogo dove è stato ucciso: si cercano i fondi per realizzarlo

murale giancarlo sianiUn murale per ricordare Giancarlo Siani, nel luogo in cui è stato ucciso, da finanziare con una sottoscrizione popolare perchè “è il modo che forse lui avrebbe scelto”. E’ questa l’iniziativa di Paolo Siani, fratello di Giancarlo, giornalista del Mattino assassinato dalla camorra ormai trentuno anni fa.

L’idea è nata dai ragazzi che quella sera di settembre del 1985 abitavano nel suo stesso palazzo e che sentirono i colpi sparati dalla camorra nei confronti di un giovane che stava solamente svolgendo il suo lavoro senza nessun tipo di censura.

Il ricordo di Giancarlo Siani non è mai tramontato: in giro per la Campania sono state dedicate a lui moltissime scuole ed aule consiliari. Torre Annunziata ha sempre provato a rendere vivo il ricordo di un uomo che ha lottato contro la camorra oplontina e che ha cercato di scrivere sempre, e solo, la verità.

Ora, dopo quasi trentun’anni, parte l’iniziativa popolare: realizzare il murale dove Giancarlo è stato ucciso. Per realizzarlo, il fratello Paolo ha chiesto alla popolazione comune di dare una mano attraverso alcune donazioni (per informazioni cliccare qui: derev.com/un-murale-per-giancarlo-siani).

“Il murale con il volto sorridente di Giancarlo – spiega Paolo – servirà a chi in quegli anni non c’era e non lo ha mai conosciuto e passerà avanti a quel muretto a far capire quanto la camorra sia bastarda. Alla politica servirà come sprone per fare di più per evitare tante morti innocenti”.

Iniziativa approvata anche da Luigi di Maio, Vice Presidente della Camera dei Deputati (Movimento 5 Stelle), che ha così commentato: “Tra i miei eroi, Giancarlo Siani è senz’altro quello a cui sono più legato. Era un cronista, un testimone, scomodo per molti, di ciò che avveniva nella sua terra, la mia stessa terra, la provincia di Napoli, tanto scomodo da essere ucciso a soli 26 anni. Chi ha condiviso intimamente il sogno di verità e giustizia di Giancarlo ed è stato più fortunato di lui, anche perché nato in un periodo storico in cui, dopo il sangue versato di troppe vittime innocenti, la camorra è stata socialmente ripudiata (ma purtroppo non ancora sconfitta), ha un debito morale verso Giancarlo e tutti coloro che con una divisa, attraverso un articolo di giornale o un libro hanno cercato di contrastare la criminalità”.

Antonio Giuseppe Flauto

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