La tragedia a Gragnano alle prime ore della giornata di ieri. A restare senza vita, dopo un salto di quasi 25 metri, Vincenzo Esposito, rocciatore di 34 anni. Inutili i soccorsi giunti sul luogo, in via del Presepe, la strada che attraversa la storica Valle dei Mulini, l’uomo è morto sul colpo, lascia la moglie e tre figli.
Rocciatore di professione, originario di Gragnano, ma residente nella vicina Santa Maria la Carità, Vincenzo Esposito si stava accingendo, in compagnia di un collega e del fratello, a svolgere la pulitura di un costone roccioso per ottimizzare l’installazione di una rete metallica di contenimento in un’area a poca distanza da una vecchia abitazione, quando qualcosa deve essere andato storto.
A provare a fare luce sul tragico incidente sono in queste ore portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Castellammare, guidati dai capitani Donato Pontassuglia e Carlo Santarpia, nonché dai colleghi della stazione di Gragnano, agli ordini del maresciallo Giovanni Russo. Aperto un fascicolo dalla Procura di Torre Annunziata che sta coordinando le indagini.
Restano troppi, al momento, i punti da chiarire. Resta, ad esempio, ancora da chiarire chi sia il committente dei lavori che i tre uomini si apprestavano a svolgere, ma non è ancora chiaro se i lavori fossero stati regolarmente autorizzati e persino se l’attrezzatura utilizzata da Esposito fosse idonea per affrontare il costone oggetto dei lavori. Intanto l’area teatro dell’incidente e l’attrezzatura del rocciatore sono sotto sequestro. Per i committenti sarebbero già pronti a partire gli avvisi di garanzia.
Le prime ricostruzioni vedrebbero i tre uomini giungere nella Valle dei Mulini poco prima delle 7. In pochi minuti sono pronti a partire calandosi lungo il costone, a scendere il 34enne ed il collega. Da questo punto le ipotesi sono due. La prima racconta che la corda di Esposito fatalmente si spezza, mentre la seconda parla di un tragico errore compiuto dal rocciatore gragnanese che avrebbe afferrato una cima non assicurata ad un sostegno. Esposito cade giù nella valle, 25 metri più in basso, e muore sul colpo, accanto al corpo, rinvenuta una motosega.
Ad accorgersi subito di quanto stesse accadendo il fratello della vittima che prova a salvare Vincenzo trattenere a mani nude la cora che lo avrebbe dovuto assicurare. Sulle mani dell’uomo ancora i segni della bruciatura dovuta all’attrito prodotto dalla fune che provava a stringere.
Immediata la richiesta di soccorso e in pochi minuti giungono i sanitari e le forze dell’ordine. Pochi minuti e giungono sul luogo i primi parenti, amici e curiosi, e purtroppo, arriva anche la moglie della vittima.
A seguire giungono la pm ddella procura di Torre Annunziata Maria Benincasa, il medico legale, il personale dell’Asl Na3 Sud, dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Gragnano.
I primi risultati delle indagini appurano che il rocciatore era dipendente di una ditta napoletana, ma sembra che quest’ultima non c’entrasse con i lavori nella Valle dei Mulini, Vincenzo Esposito sembra stesse svolgendo l’intervento per conto proprio.
I Carabinieri stanno ascoltando le diverse versioni e le denunce potrebbero scattare a breve. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti il gestore del fondo nel quale si effettuavano i lavori, il quale potrebbe essere il committente. Nel frattempo si attende una conferma dall’Ufficio Tecnico del comune di Gragnano che dovrà fare pienamente luce sull’esistenza o meno di una autorizzazione.
Restano sotto indagini altri tre soggetti oltre al gestore ed in particolare la ditta per cui lavorava Esposito, il proprietario dell’area ed il latifondista confinante.
Infine, per quel che riguarda la dinamica dei fatti ci si affida al racconto del fratello del rocciatore, nonché alla perizia sull’attrezzatura sequestrata e all’autopsia che sarà effettuata sul corpo del malcapitato operaio.