Cava de’ Tirreni: chiarezza sull’ospedale e sulla sentenza del Consiglio di Stato

ospedale cava tirreniL’Amministrazione Servalli, a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’Ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo e delle notizie imprecise circolate sulla stampa e nell’opinione pubblica, chiarisce che il Consiglio di Stato non si è affatto pronunziato, né tantomeno ha decretato la chiusura definitiva del reparto di ostetricia e ginecologia, ma ha solo preso atto della rinuncia da parte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi D’Aragona a dare seguito al ricorso presentato, avverso alle sentenza del Tar che aveva accolto le tesi addotte dall’Amministrazione Servalli e disposto la riapertura del Reparto e la nomina di un commissario ad acta per darne esecuzione, nella persona dello stesso direttore generale dell’Azienda, Nicola Cantone.

La rinuncia ad appellare l’ordinanza del TAR davanti al Consiglio di Stato da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria salernitana, è scaturita dalla sopravvenuta deliberazione con la quale il commissario ad acta, ha ritenuto di dare attuazione alla ordinanza del TAR  attraverso la riapertura del  solo ambulatorio diurno di ostetricia ginecologia per cinque giorni settimanali e di non poter riaprire il  reparto per la carenza di personale medico e paramedico.

L’Amministrazione Servalli, quindi, ha già preannunciato che proporrà un nuovo ricorso al Giudice ritenendo non convincenti le motivazioni addotte di mantenere chiuso il reparto di ostetricia e ginecologia e, comunque, non sufficienti a soddisfare i bisogni della Comunità rappresentata solo attraverso l’apertura di un semplice ambulatorio diurno.

“Quello del Consiglio di Stato – spiega il Sindaco Vincenzo Servalli – era un atto prevedibile e del tutto interlocutorio rispetto alle plurime iniziative che abbiamo intrapreso e fortemente sostenuto e che, peraltro, hanno avuto finora pronunciamenti favorevoli del TAR. Iniziative che continueremo a portare avanti per far valere le nostre ragioni e per ottenere il mantenimento del reparto in deroga, così come accordata ad altri ospedali regionali,al numero di almeno 500, 1000 parti all’anno. Ritorneremo quindi davanti al TAR, è la direzione generale del Ruggi, dovrà portare motivazioni più forti e convincenti rispetto a quelle addotte, non fosse altro che, come per altri reparti ospedalieri si è provveduto a reperire il fabbisogno di personale necessario, così può e deve fare anche per coprire il fabbisogno di personale per il reparto di ostetricia e ginecologia del nostro ospedale, che è ancora lì, completo di tutto, tranne che dei medici. Infine – conclude il Sindaco Servalli – non commento le becere strumentalizzazioni politiche di qualcuno che ha dimenticato che abbiamo ereditato un ospedale con zero posti letto, senza un euro di investimento neppure per cambiare una lampadina e che oggi, invece, ragioniamo su di un presidio ospedaliero di tutto rispatto, cui è stata ridata dignità con circa 90 posti letto, che funziona perfettamente senza più il rischio che ce lo chiudano domani mattina”.

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