Napoli, baby gang pesta a sangue straniero: uno di loro ha 8 anni

baby gangBrillante operazione degli agenti della polizia municipale di Napoli che hanno identificato i responsabili del pestaggio di un ragazzo ucraino lo scorso sabato sera in pieno centro. Tutti i responsabili di questa vergognosa vicenda sono stati segnalati all’autorità giudiziaria e denunciati per aggressione con le aggravanti dei futili motivi e dell’odio razziale.

Ma il dato che ha maggiormente colpito gli 007 dei caschi bianchi è stato scoprire che due membri del branco responsabile dell’aggressione avevano 8 e 15 anni: una sorta di incitazione a colpire quella mossa dai due poco più che bambini nei confronti dei bulli della comitiva che hanno molestato e picchiato l’ucraino solo perché straniero. Atti di violenza inaudita scaturiti dall’ignoranza, dalla dispersione sociale e dal disagio comportamentale di chi cresce privo di valori in una società dove conta solo il più forte e chi possiede di più. In pochi giorni Napoli è stata teatro di numerose aggressioni ai danni di giovanissimi: nei quartieri ghetto dove una parte delle nuove leve partenopee è nata e cresciuta per contare qualcosa devi appartenere a qualcuno, essere parte del cosiddetto sistema ovvero affiliato o simpatizzante della camorra.

Allora le porte si aprono, la gente ti rispetta e non ti manca nulla sotto il profilo economico. Tutto falso: la gente teme e non rispetta, le porte aperte sono quelle del carcere o del cimitero (è solo questione di tempo) e al minimo confronto con il pugno duro dello Stato non si esita a mostrare tutta la propria codardia o furbizia pentendosi. Ormai è una professione quella del collaboratore di giustizia che alcuni ex boss conoscono ad arte. L’obiettivo è semplice: tutelare i familiari e salvare il salvabile economicamente parlando. I ragazzi sognano di emulare gesta sullo stile dei protagonisti della fiction “Gomorra”, di avere abiti griffati e scooter potenti reputando falliti e folli i coetanei che onestamente imparano un lavoro o si applicano negli studi.

Abbiamo ascoltato diversi giovani del centro storico di Napoli e le dichiarazioni sono state inequivocabili: “Qua se non sei legato a qualcuno – ha commentato un gruppetto di adolescenti di Forcella – non sei nessuno. Il lavoro non c’è e non c’è mai stato: qua per lavoro intendono darti quattro soldi per una settimana di fatica da schiavo. E noi dovremmo subire sempre abbandonati dalle istituzioni? Allora quello che non ci danno ce lo prendiamo con la forza poi succeda quel che succeda. E’ facile giudicare dall’alto, in tranquillità quando non si hanno problemi come i nostri. Alcuni di noi da bambini devono aiutare le famiglie a sopravvivere, portare soldi a casa.

Le lauree costano e noi mezzi e tempo per studiare non ne abbiamo, non c’è concesso”. Avvilente ma amara l’esternazione di una rappresentanza della giovane Napoli violentata dall’indifferenza dei cattivi politici, dal dispotismo dei massoni e dei signorotti, imprenditori e amministratori collusi, di turno. Napoli piange i suoi figli morti ammazzati in tenera età attonita, incapace di ribellarsi una volta per tutte all’odio che da sempre ha trasformato questo paradiso in terra in un inferno di miseria e violenza.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.