Napoli ancora off limits per i diversamente abili. Tante, troppe le barriere architettoniche che anche al centro penalizzano i portatori di handicap che già si trovano quotidianamente a fare i conti con l’inciviltà e la cattiveria della gente. Perché quando un atteggiamento scorretto viene perpetrato nel tempo nonostante si sia stati ammoniti e magari multati per aver occupato lo spazio riservato alla sosta per disabili si deve parlare di cattiveria, menefreghismo, cinico egoismo.
Abbiamo intervistato la mamma di un bimbo affetto dalla sindrome di Down e le dichiarazioni sono state scioccanti: “Combattiamo per mio figlio – ha precisato la donna – praticamente dalla nascita. Un inferno burocratico diviso tra Asl, ospedali e Inps per garantire diritti civili ad un essere umano fortemente penalizzato da handicap rilevanti. Ovunque solo approssimazione e menefreghismo: la storia è sempre la stessa, le istituzioni lamentano di non avere mezzi e di essere sotto organico. Guarda caso però se ci si rivolge ad un avvocato pagandolo profumatamente come per miracolo le pratiche vengono evase in tempi record e l’esito delle stesse è sempre favorevole.
Ci chiediamo come debbano allora comportarsi le famiglie che non possiedono mezzi sufficienti per avvalersi di un supporto legale privato. I servizi sociali, quando si ha la fortuna di incontrarli, fanno poco o nulla per agevolare le famiglie che si trovano a vivere una situazione delicatissima soprattutto nei primi anni di vita del bambino. E’ ovvio che quando apprendiamo poi dai mass media che in nosocomi partenopei per anni la camorra ha dettato legge aggiudicandosi appalti e influendo addirittura su ricoveri e tempi di attesa per interventi ci cadono letteralmente le braccia.
Chiediamo al prefetto di Napoli Gerarda Pantalone di prendere atto di tali miserabili realtà al fine di quanto meno arginare il fiume di vergogna che impietoso compromette la quotidianità di migliaia di famiglie in pena per il futuro e la stessa sopravvivenza dei propri cari”. Parole dure, vere e toccanti che non possono lasciare indifferenti gli addetti ai lavori: è ora che la politica si svegli e con essa le istituzioni preposte al controllo della trasparenza di iter burocratici che coinvolgono numerosi enti pubblici. In tal senso riponiamo massima fiducia nella Magistratura invitando le famiglie a denunciare prontamente anomalie o vergognosi casi di corruzione.
“Un bambino portatore di handicap – ha concluso la donna – qualsiasi sia la limitazione che lo contraddistingue è un essere meraviglioso capace di donare amore e voglia di vivere a chi lo circonda. Non aspettiamo che la questione ci riguardi direttamente per intervenire: siamo tutti pezzi di uno stesso mosaico che dovrebbe essere unito dalla civiltà e dalla filantropia, vere fondamenta di una società moderna degna di tale appellativo”. In sintesi: denunciare, denunciare e ancora denunciare alla Procura della Repubblica qualsiasi sopruso subito da chi chiede solo di vivere con dignità circondato dall’amore dei propri cari.
Alfonso Maria Liguori