Nuovi equilibri di camorra a Napoli: alleanza eccellente tra il clan “Ricci” dei Quartieri Spagnoli e i “Frizziero” della Torretta per il controllo della piazze di spaccio della movida partenopea. Un accordo che potenzierebbe notevolmente i due gruppi criminali sotto il profilo sia economico che militare.
Di tutto rispetto infatti la santa barbara di cui disporrebbero i clan che secondo alcune indiscrezioni investigative punterebbero anche al racket e all’usura per aumentare il proprio giro d’affari. Ci sono poi le società di comodo riconducibili ai Frizziero e ai Ricci intestate a prestanome e faccendieri insospettabili. Un impero economico sul quale presto la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) potrebbe mettere le mani grazie alle rivelazioni di pentiti eccellenti. La magistratura grazie proprio alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia starebbe ricostruendo il difficile mosaico dei legami tra camorra, politica e imprenditoria deviata.
A monte del sistema la massoneria e professionisti storici della Napoli bene: se tali ipotesi fossero confermate si assisterebbe ad un vero e proprio terremoto giudiziario che finalmente investirebbe i burattinai della camorra. Tempo addietro sembra che i giudici fidassero nelle dichiarazioni del pentito Carlo Lo Russo per identificare le entità “ombra” della malavita: l’ex boss però continua a glissare su certe delicate convivenze puntando il dito solo contro altri camorristi e mai tirando in ballo i cosiddetti colletti bianchi del sistema. E’ nostra ferma convinzione che senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione la guerra con la camorra sia persa in partenza.
Il problema è che un esercito di gente a Napoli vive di camorra: è inutile negarlo o far finta che questo triste dato non rispecchi fedelmente la realtà partenopea soprattutto in alcune zone. In certe realtà spesso la gente, abbandonata da sempre dalle istituzioni e senza lavoro, preferisce servire criminali senza scrupoli pur di sbarcare il lunario e magari potersi permettere qualche lusso. Poco importa se poi si paga con la vita o con una lunga detenzione tale infelice scelta. Nell’ignoranza, nella povertà, nell’abbrutimento sociale c’è chi ancora crede di risolvere tutto impugnando una pistola o vendendo veleno tra i giovani. Uno sfacelo senza fine a cui le istituzioni paradossalmente sembrano non voler mettere fine. Della serie: a volte si ha veramente l’impressione che tutto si faccia perché nulla muti.
Alfonso Maria Liguori