Comunque la si metta, Tiziana Cantone è una vittima. I Verdi, nelle parole del consigliere regionale Emilio Borrelli, ritengono l’efferato gesto della giovane donna causato dalla violenza degli uomini. La COISP, coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia, Tiziana è vittima dei social.
“La morte di Tiziana Cantone, che si è uccisa perché schiacciata dal peso di quel che aveva scatenato la pubblicazione di un video pornografico, potrebbe essere paragonata a quelle che vedono tante donne uccise dalla violenza degli uomini”.
Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “sarebbe giusto, quindi, che le spese processuali che avrebbe dovuto pagare Tiziana siano pagate con i fondi messi a disposizione dalla Regione per le donne vittime di violenza, quello stesso fondo a cui si è attinto per aiutare Carla, la ragazza a cui il compagno ha dato fuoco qualche mese fa”. Le spese a cui allude Borrelli sono quelle processuali che la vittima, adesso familiari, doveva pagare (20 mila euro) così come stabilito dal Tribunale poiché per la registrazione dei video la cantone era consenziente.
“Sarebbe un modo per ricordare Tiziana, facendo capire che, in qualche modo, è stata vittima di una violenza” ha concluso Borrelli.
Altro fronte, fronte COISP.
Per l’organizzazione la rete uccide. Cyberbullismo e condivisione di video hot e altro possono diventare potenti quanto una arma.
Dal video privato tra i due ragazzi alla condivisione ch fa scattare il virale con i relativi commenti. Per qualcuno la ragazza è il nuovo tormentone social, un nuovo video virale da tendenza, per altri una pornostar esperta di marketing.
La rete si sa funziona così tra un click ed una condivisione c’è anche chi monetizza. Di questo la giovane è una vittima a sua insaputa, chiede la rimozione da Internet delle diverse copie del suo video e delle pagine che ne parlano su Facebook e altri social network.
“Il web in Italia ha portato una piccola rivoluzione sociale e digitale, con l’avvento dei Social siamo tutti più connessi c’è chi usa questa possibilità in modo positivo e chi invece no” così dice Giulio Catuogno, segretario generale Coisp Napoli “cosa certa è che leggere le storie tragiche di tante giovani vite spezzate ci lascia profondamente sconfortati. Da sempre i nostri colleghi insistono sulla pericolosità dei social e lo fanno proprio attraverso questi canali stessi. Probabilmente non basta.”
“La rete è ormai necessaria, ci si studia, ci si lavora, nascono amicizie e conoscenze, si intrecciano le vite. E’ questa la normalità di una società tecnologica, non è la rete ad uccidere o a ferire ma è il suo uso sbagliato” . “La rete non può sostituire la vita reale e non deve seppure tra loro esista un sottile filo da non superare. Non è tanto una questione di tempo trascorso online ma è il tipo di collegamenti che si creano. Il vero problema è che l’immensa libertà data dalla rete va saputa gestire” .“I social” ricorda Catuogno “vanno saputi usare e vanno usati con coscienza, sono un patrimonio enorme da utilizzare con saggezza. Internet ed i social hanno superato i confini eliminando qualsiasi frontiera e limite spazio temporale, in un click si è ovunque persino ad ammirare un museo, leggere un libro o passeggiare per le vie di una città sconosciuta. Ogni nostra richiesta è senza limiti e si realizza, anche quella purtroppo di entrare nella sfera più privata delle persone. Con un mezzo tecnologico non si guarda negli occhi né l’amico che gioisce né la vittima che soffre. Si è difronte ad un pc, un tablet, un telefonino, oggetti che ci fanno credere che anche l’altro non abbia emozioni, non soffra. Tutto in un gioco senza barriere. “
Gli ultimi fatti di cronaca e di tante altre vittime del bullismo social insegnano che non sono i mezzi ma il loro utilizzo ad essere errati ed allora utilizzare al meglio i mezzi informatici diventa importante, innanzitutto stare attenti.