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Napoli, ucciso un 38enne a “Chiaiano”: la pista dell’epurazione della camorra

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omicidio napoliI clan di camorra una volta alleati dei “Lo Russo” starebbero mandando messaggi chiari all’attuale pentito ed ex reggente Carlo Lo Russo: questa potrebbe essere la chiave di lettura per l’omicidio la scorsa notte del 38enne Luigi Guazzo in via Ansaldo nella zona di “Chiaiano” a Napoli.

L’uomo sarebbe stato raggiungo dai killer nei pressi della propria abitazione in via Ansaldo e colpito con almeno quattro colpi di pistola (si tratterebbe di una semiautomatica calibro 9) alla testa. Soccorso e trasportato al nosocomio “Cardarelli”, Guazzo è spirato poco dopo il ricovero. Pregiudicato notoriamente in forza ai Lo Russo, Guazzo potrebbe aver pagato la fedeltà al clan in un momento di grandi tensioni malavitose scaturite dalla decisione del boss Carlo Lo Russo di collaborare con la giustizia.

In queste ore i carabinieri della compagnia “Vomero” stanno interrogando pregiudicati ed effettuando controlli a tappeto nella zona per risalire rapidamente all’identità dei sicari. Gli 007 dell’Arma, secondo alcune indiscrezioni, temerebbero l’inizio di un’epurazione di camorra dalle conseguenze devastanti sugli equilibri malavitosi partenopei. Sempre più giovani e fanatici i boss a capo di nuovi gruppi criminali determinati a detronizzare le vecchie famiglie a suon di morti ammazzati. Si colpisce ovunque in città e a qualsiasi ora del giorno mettendo seriamente a rischio l’incolumità dei cittadini.

I Lo Russo sono stati per decenni protagonisti della scena camorristica partenopea, con un volume di affari rilevante e con alleanze eccellenti con clan dell’hinterland vesuviano come i “Birra-Iacomino” di Ercolano. Una vera e propria “spa” del crimine organizzato retta da individui senza scrupoli particolarmente attivi nello spaccio di stupefacenti e nell’usura. Tanti gli affiliati al soldo dei Lo Russo, dei cosiddetti “capitoni” di Miano che oggi potrebbero essere definitivamente annientati da dissidenti della stessa fazione pronti a rilevare il clan dopo il pentimento dei capi. Uno scenario particolarmente caotico da decifrare anche per gli inquirenti. Tante le parentele tra famiglie ufficialmente nemiche nel sistema, gli accordi sotto banco e le collusioni con la Napoli bene per comporre il mosaico attuale della camorra a Napoli.

I giudici avrebbero chiesto con insistenza a Carlo Lo Russo di fare i nomi dei colletti bianchi del sistema, massoni, professionisti e politici insospettabili veri burattinai dei camorristi. Ad oggi il pentito sembra glissare sull’argomento: dalle dichiarazioni di Carlo Lo Russo potrebbe partire un terremoto giudiziario che coinvolgerebbe insospettabili della Napoli bene e pubblici funzionari. In sintesi: questa volta potremmo essere veramente ad un passo dal conoscere identità e responsabilità dei veri registi della camorra.

Alfonso Maria Liguori

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