Napoli, camorra: Lo Russo svela i segreti dello spaccio di droga

spaccio4Il pentito di camorra Carlo Lo Russo ai giudici di Napoli: “Vi segnalerò la posizione delle piazze di spaccio perché colpendo il mercato della droga colpirete mortalmente i clan”. Inequivocabili le affermazioni dell’ex reggente dei “capitoni” di Miano: chi colpisce negli affari il sistema lo condanna a morte. Primo business del malaffare lo spaccio di stupefacenti: Lo Russo per anni è stato a capo di uno dei clan più potenti e spietati del napoletano.

Particolarmente attivi proprio nello spaccio di stupefacenti e nell’usura i Lo Russo consocerebbero profondamente le dinamiche e i reali assetti della camorra a Napoli e nel vesuviano. Una sorta di mosaico composto da alleanze sotto banco, amicizie politiche influenti e corrotti rappresentanti delle forze dell’ordine presenti sul libro paga della camorra. Individui che disonorano l’uniforme che portano e il sacrificio di chi al contrario con grande onestà e professionalità serve quotidianamente lo Stato.

Ecco come sarebbero nel corso del tempo sfumati arresti eccellenti, come latitanti continuino indisturbati a sfuggire alla giustizia grazie alla complicità di chi li avverte in tempo dell’arrivo delle forze dell’ordine. Carlo Lo Russo sarebbe stato chiaro con i giudici: i soldi, questo il motore che muove tutti gli ingranaggi del sistema permettendogli di corrompere di volta in volta il funzionario o il politico di turno. D’altro canto basterebbe osservare il tenore di vita di alcuni amministratori e dirigenti pubblici o di appartenenti alle forze dell’ordine per comprendere come questi individui non possano con lo stipendio concedersi lussi di ogni genere.

Ci chiediamo interdetti perché ad oggi nessun ente preposto proceda ad effettuare tali verifiche. Perché sia chiaro una volta per tutte: chi vive onestamente del proprio lavoro può condurre un’esistenza tranquilla, dignitosa ma mai arricchirsi a dismisura. Radio mala parlerebbe di forti tensioni negli ambienti politici partenopei (e non solo): le rivelazioni dei pentiti potrebbero portare colpi di scena inattesi e coinvolgere insospettabili professionisti della Napoli bene. Usiamo ancora ironicamente l’aggettivo “insospettabili” per prassi: in realtà solo un folle penserebbe che individui poco più che analfabeti e spesso cocainomani possano da soli concepire complesse operazioni finanziarie estero su estero, giocare in borsa e creare vere e proprie holding tra società di comodo e pacchetti immobiliari.

Ancora una volta si ha l’impressione che tutta si muova perché nulla muti. Un amaro paradosso che contraddistingue le logiche arcane di questa nostra società in cui l’onesto contribuente occupa un posto sempre più marginale…se mai ne occupi ancora uno. Della serie: a Napoli puoi essere bravo, bello e capace ma se non “appartieni” a chi comanda sei destinato ad essere schiacciato miseramente dal sistema.

Alfonso Maria Liguori

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