La decisione è stata presa dal gup di Napoli Nord Antonella Terzi nel corso dell’udienza preliminare tenutasi questa mattina ad Aversa. Caputo è accusato di aver causato la morte della piccola Fortuna, lanciandola nel vuoto e provocandone le lesioni che ne determinarono la morte. Per lui anche l’aggravante di aver posto in essere questo gesto dopo aver compiuto atti sessuali nei confronti della bambina, che cercava di sottrarsi all’aggressione. Per Fabozzi, attualmente detenuta nel carcere di Benevento, l’accusa è di non aver impedito le violenze sessuali.
La svolta sul caso c’è stata nell’aprile scorso quando i carabinieri di Casoria arrestarono Caputo, già in
Fortuna Loffredo sarebbe stata gettata dall’ottavo piano dal presunto “orco” che abusava da tempo di lei, il vicino di casa, perché si era rifiutata di subire l’ennesima violenza. E’ questa la ricostruzione della Procura di Napoli Nord che per quasi due anni si è scontrata con un muro di omertà che ha protetto dall’interno dello stabile il 44enne Caputo, compagno della vicina di casa della piccola vittima.
Sono state le risposte che una bambina ha dato agli psicologi e soprattutto i suoi disegni, raffiguranti strisce sul volto di un uomo assimilabili a dei serpenti, a consentire agli inquirenti di venire a conoscenza del degrado familiare in cui la piccola viveva e a metterli nella condizione di fare luce sulla tragica fine di Fortuna Loffredo.
In particolare, nel corso delle investigazioni, risultò che l’uomo avrebbe costretto la bimba a subire atti sessuali contro la sua volontà in presenza della madre, la quale, sebbene avvisata in più occasioni dalla figlia dei comportamenti assunti dal convivente ai suoi danni, non li impediva.