Praticamente attiguo allo stadio San Paolo e alla Mostra D’Oltremare, il sito sarebbe, soprattutto all’imbrunire, frequentato da numerosi extracomunitari irregolari di fede islamica. All’attenzione di alcuni studenti di ingegneria non sarebbe sfuggito questo particolare né la presenza in loco tempo addietro di giovani ben vestiti, con accento straniero, che effettuavamo rilevamenti in prossimità dello stadio San Paolo pur non essendo in alcun modo legati all’ateneo partenopeo.
Sicuramente tecnici, a giudicare dalla precisione dei movimenti e dalle apparecchiature fotografiche di cui erano in possesso. Inoltre, pare che i residenti in passato abbiano richiesto in tal senso maggiore controllo dei luoghi da parte delle forze dell’ordine. Non si tratta di fomentare inutili allarmismi ma, al contrario, di dare eco alle giuste preoccupazioni di cittadini, studenti e commercianti determinati a mantenere alta l’attenzione sul fronte prevenzione in città. Il terrorismo non va mai sottovalutato soprattutto nei punti nevralgici del territorio che, come per lo stadio, in occasione di partite o di eventi mondani raccolgono migliaia di persone insieme. Un’occasione da non perdere per chi predica violenza e distruzione travisando completamente il messaggio contenuto nel Corano.
In tal senso, fondamentale è l’integrazione di cui la comunità islamica ha sempre goduto a Napoli: un rapporto profondo con i partenopei fondato sulla tolleranza e sulla capacità di comprensione per il “diverso” sempre messa in essere dai napoletani. Questo non vuol dire però dormire sugli allori o ignorare richieste mosse da chi è seriamente preoccupato per l’incolumità pubblica. Lo stesso prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, aveva esortato i cittadini alla massima attenzione nella lotta al terrorismo denunciando prontamente alle forze dell’ordine anomalie e comportamenti ambigui di individui ritenuti sospetti. Guardando agli ultimi drammatici avvenimenti che hanno insanguinato l’Europa, c’è da prendere alla lettera l’invito del prefetto Pantalone.
Siamo certi che alla professionale attenzione delle forze di polizia questa richiesta di maggiore attenzione mossa dagli abitanti e dagli studenti di Piazzale Tecchio non sfuggirà. A noi l’umile compito di riportare informazioni utili alla salvaguardia della pubblica incolumità e della qualità d’esistenza dei cittadini.
In sintesi: prevenire è meglio che curare, soprattutto in materia di attentati terroristici.
Alfonso Maria Liguori