Confermata l’ipotesi investigativa riportata dal nostro giornale pochi giorni addietro: in seguito a controlli straordinari effettuati dalla polizia municipale di Napoli, sono state elevate numerose contravvenzioni a centri scommesse dislocati in città ed è stato sequestrato un locale perché completamente sprovvisto delle autorizzazioni previste per la tipologia di attività.
Un vero e proprio giro di vite fortemente voluto dalla Procura: prende corpo infatti la tesi più volte avanzata dagli investigatori in merito al controllo da parte della camorra di gran parte dei centri scommesse presenti a Napoli. Lavatrici ideali per il riciclaggio del denaro sporco: i clan tenterebbero di monopolizzare la gestione dei centri scommesse e delle attività ristorative per ripulire, da un lato, il denaro provento delle attività illecite e, dall’altro, offrire occupazione a simpatizzanti e fiancheggiatori guadagnando considerazione nei quartieri popolari notoriamente a rischio di Napoli.
Una strategia architettata nei minimi particolari che non avrebbe tenuto però conto delle rivelazioni dei pentiti. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dalla Procura, a rompere le uova nel paniere alla camorra potrebbe essere l’ex boss di Miano e attuale collaboratore di giustizia, Carlo Lo Russo.
Depositario di decenni di segreti della mala che conta, Lo Russo starebbe illustrando ai giudici la dislocazione delle principali piazze di spaccio a Napoli e nel vesuviano, le attività principali pseudo legali usate per il riciclaggio e, novità assoluta, i nomi degli insospettabili burattinai della Napoli bene che avrebbero permesso al sistema di arricchirsi a dismisura nel tempo attraverso complesse operazioni finanziarie all’estero.
Un uragano giudiziario potrebbe presto abbattersi sugli insospettabili della camorra: francamente sarebbe veramente giunto il momento di toccare i vertici del sistema, di fare pulizia partendo dalla cima di un’organizzazione criminale talmente potente da essere ramificata in tutti gli strati della società.
La gente comincia a crederci, a riporre più fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura. Una pagina positiva nella storia di una Napoli che amiamo definire figlia prorompente di madre sciagurata.
Alfonso Maria Liguori