Lo dice il rapporto OpenPolis, l’associazione indipendente open data che ha condotto la ricerca, che mette la piccola Atrani al 18°esimo posto in Campania, al 724° nazionale e al primo in Costiera Amalfitana tra i comuni più attenti alle politiche culturali con 27,87 euro pro capite “spesi” in media per la cultura e le attività connesse, come biblioteche, musei, eventi.
Una quota dei bilanci comunali, infatti, è costituita dalle spese per la “cultura”. Si tratta delle somme che ogni amministrazione spende per incentivare la vita culturale della città e la possibilità di accesso alla conoscenza per i cittadini. Un modo di favorire tutto ciò è investire in biblioteche e musei, ad esempio acquistando nuovi libri, ampliando gli orari di apertura e promuovendo al loro interno manifestazioni ed eventi.
Queste attività hanno dei costi, che si possono facilmente rintracciare all’interno dei bilanci comunali sul portale Openbilanci.it. La voce “biblioteche e musei” somma le spese sostenute per i servizi bibliotecari e museali presenti sul territorio, inclusi il pagamento del personale addetto, l’acquisto di libri o altro materiale necessario, la costruzione e manutenzione dei locali, l’organizzazione di eventi e la loro promozione.
La piccola Atrani dimostra, una volta di più, l’attenzione verso quel “cibo dell’anima” che nutre e fa crescere tutta la comunità, convinta, come sosteneva il filosofo Gadamer, che “la cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso tra tutti, anziché diminuire diventa più grande”.