Quando il degrado supera l’umana decenza ci vuole una faccia di bronzo per parlare di società civile e città solidale: non solo la centralissima Piazza Garibaldi ma l’intera area a ridosso della zona portuale e il perimetro esterno della stazione terminale della circumvesuviana sono ormai ridotti a orinatoi a cielo aperto, dormitori per extracomunitari irregolari (quasi sempre ubriachi) e discarica dove depositare ogni tipo di immondizia. Il tutto sotto gli occhi increduli dei turisti che continuano miseramente a fotografare certi sconci.
Per non parlare degli spacciatori onnipresenti nei luoghi sovra citati, dei borseggiatori e dei truffatori sempre pronti a bidonare l’ingenuo passante di turno.
Insomma una “cloaca massima” per la quale il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha prodotto ad oggi poco o nulla in positivo. Basti pensare che i Rom hanno trasformato i marciapiedi che conducono da via Marina a Piazza Garibaldi in maleodoranti mercatini delle pulci per comprendere il livello di inciviltà e degrado nel quale le istituzioni hanno abbandonato i cittadini. Residenti esasperati che non sanno più a chi rivolgersi per ottenere giustizia.
D’altro canto a Napoli è risaputo come tra gli amministratori regni sovrana la strofa di una celebre melodia “finche la barca va lasciala andare”.
Tuona il tal senso il governatore della Campania Vincenzo De Luca e lo fa esortando de Magistris ad evitare inutili e improduttive polemiche in nome di una sinergia che deve vedere tutte le forze in campo protagoniste del rinnovamento partenopeo. La stoccata di De Luca al sindaco di Napoli non è solo riferita alla questione Bagnoli Futura ma all’atteggiamento eccessivamente polemico con il governo centrale che troppe volte de Magistris ha adottato ritardando fortemente gli interventi di bonifica sul territorio.
Si ha quasi l’impressione che mentre i potenti litighino tra loro per questioni di lesa maestà o competenza specifica Napoli sprofondi nel più oscuro caos: emergenza sicurezza ormai ovunque in città, inoccupazione, scarsa scolarizzazione, dispersione sociale, queste le piaghe con le quali i partenopei convivono da sempre imbambolati dalle promesse dei politici in periodo elettorale puntualmente poi non mantenute.
In sintesi: adesso o mai più tutti uniti per Napoli per salvare il salvabile ad un passo dalla più miserabile delle implosioni.
Alfonso Maria Liguori