Secondigliano: è di nuovo guerra di camorra nel regno della Vanella Grassi

secondiglianoAssalto notte scorsa ad una nota concessionaria di moto situata in via Cupa dell’Arco nel regno della Vanella Grassi, gruppo criminale in declino dopo l’arresto del boss latitante Umberto Accurso e il pentimento del fratello Antonio.

Gli inquirenti scarterebbero infatti la pista del racket per seguire quella di un attacco frontale dei Di Lauro (capeggiati dal ras latitante Marco) alla roccaforte della Vanella Grassi. Aria di guerra confermata anche dai contrasti interni agli Amato-Pagano per la gestione delle piazze di spaccio sul territorio e per l’assegnazione dei ruoli di comando all’interno degli scissionisti.

Ruoli che scatenarono la prima guerra di camorra a Secondigliano frammentando l’esercito dei Di Lauro: all’epoca Cosimo Di Lauro, il figlio di Ciruzzo o milionario e attualmente detenuto, affidò a giovanissimi affiliati ruoli chiave detronizzando di fatto vecchie e potenti figure del clan. Da qui le rotture interne e la nascita del potente sodalizio criminale retto dalle famiglie Amato-Pagano, ovvero dagli scissionisti del sistema storico di Secondigliano.

I residenti vivono nel continuo terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Tanto ormai è ben chiaro a tutti che i killer di Secondigliano non fanno sconti ma colpiscono ovunque e a qualsiasi ora del giorno.

Nel mirino tutti: donne, bambini e persino disabili rei di appartenere a pezzi da novanta di clan rivali.

Ad oggi la risposta dello Stato all’offensiva continua della camorra appare fiacca e spesso discontinua. Senza adeguata prevenzione è impossibile combattere il crimine organizzato in una città dove un mare di gente vive del pane della camorra. Affiliati, simpatizzanti, presta nome, pusher, corrieri, sentinelle: un esercito che trae sostentamento dal crimine organizzato e che venera nello stesso l’unico referente a cui dare conto.

D’altro canto non c’è da meravigliarsi: ghetti di cemento abbandonati dalle istituzioni per decenni producono ignoranza, inoccupazione e miserie sociali di ogni genere a tutto vantaggio della camorra.

I politici si vedono solo in periodo elettorale per poi tornare in letargo per il successivo quinquennio. Una condizione talmente miserabile e scontata al tempo stesso da essere difficilmente narrabile: si continua a morire ammazzati per strada poco più che adolescenti per duecento euro a settimana e forse uno scooter, avendo nella cintura dei pantaloni un pezzo di ferro, una pistola con la quale ci si illude di poter sfidare con successo la vita e le ingiustizie che la scandiscono.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.