La guerra a Forcella: la polemica politica aumenta lo strapotere della camorra

forcellaAria di guerra a Forcella: dopo la fuga del reggente del clan Mazzarella nella zona, Salvatore Barile, gli 007 dei carabinieri temono una nuova guerra di camorra tra i baby ras (rampolli dei Giuliano, ex capi indiscussi del cento storico con roccaforte a Forcella) e il potente sodalizio criminale originario di San Giovanni a Teduccio.

La tensione è altissima: gli ultimi ingenti sequestri di armi a Forcella testimoniano la determinazione a colpire dei nipoti dei Giuliano, in particolar modo dell’ex ras assoluto Luigi (alias o’re) attualmente collaboratore di giustizia.

Per decenni la famiglia Giuliano ha controllato gli affari illeciti in buona parte del centro cittadino: dalla prostituzione allo spaccio di stupefacenti, dal contrabbando al racket, non si muoveva foglia che il clan Giuliano non volesse. Un esercito di affiliati, simpatizzanti e presta nome al servizio dei principi di Forcella.

Oggi i nipoti di questi camorristi rivendicano il territorio che criminalmente li ha visti protagonisti a suon di morti ammazzati. La gente vive nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato: è già successo e non una volta. Le forze dell’ordine presidiano ininterrottamente i luoghi scontrandosi puntualmente con il muro di omertà che protegge i camorristi.

La canzone è sempre la stessa: “Non ero presente, non ho visto e se ho visto avevano il volto coperto”. Il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone ha chiesto pubblicamente in più occasioni la piena collaborazione dei cittadini per arginare l’ondata di violenza che  soffoca Napoli.

Gli stessi turisti sono ormai esasperati da furti, scippi e rapine all’ordine del giorno: la sezione speciale Falchi della squadra mobile di Napoli fa l’impossibile per assicurare alla giustizia delinquenti senza scrupoli capaci di uccidere per una catenina o una borsa.

“Un’emergenza che va affrontata con decisione – ha commentato il governatore della Campania Vincenzo De Luca – una guerra che tutti i  cittadini devono combattere insieme alle istituzioni per l’affermazione della legalità e del vivere civile sul territorio. In tal senso sarebbe opportuno che le energie amministrative locali fossero volte al raggiungimento dei suddetti obiettivi e non disperse in inutili polemiche con il governo centrale che non apportano nulla di buono alla città di Napoli”.

Della serie: sinergia costruttiva per non cedere terreno allo strapotere offensivo della camorra.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.