Truffa alle assicurazioni, preso avvocato di Gragnano

guardia finanzaNella mattinata odierna i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’ufficio G.I.P. del Tribunale oplontino nei confronti dell’avvocato Luca Franco, indagato per i reati di cui agli artt. 642 (precostituzione di false prove e relativo incasso di indennizzi assicurativi per sinistri mai avvenuti) e 479 cp. (induzione in errore di sanitari nella falsa formazione di referti medici).

L’indagine è nata dalla denuncia proveniente dall’ufficio Audit della banca Unicredit in relazione alla condotta tenuta da un dipendente della filiale “Private Banking” di Castellammare di Stabia del citato istituto di credito. Il bancario ha consentito all’avvocato Franco di incassare decine e decine di assegni non trasferibili su di un suo conto, nonostante l’avvocato non fosse il beneficiario dei titoli.

Dalle indagini è emerso che gli assegni, versati in maniera seriale tra il 2013 ed il 2014 sul conto del professionista, erano riferibili a rimborsi assicurativi ed ammontavano ad una somma di quasi 200.000 euro. Quest’Ufficio ha quindi disposto il sequestro dei fascicoli afferenti le pratiche di rimborso assicurativo che hanno avuto origine dalle richieste inoltrate dall’avvocato Franco e che si erano concluse con l’incasso dei menzionati titoli.

L’analisi incrociata dei dati documentali e finanziari, anche con riferimento a pratiche assicurative del 2015, ha consentito di rilevare numerosissimi elementi di anomalia all’interno di queste ultime. In particolare, balzava all’occhio come molti soggetti fossero coinvolti in più incidenti, ma con ruoli diversi in ciascuno di essi; uno stesso soggetto aveva rivestito, in casi diversi, la differente posizione di danneggiante, danneggiato o di testimone del sinistro.

L’ulteriore corso delle indagini, con l’acquisizione di ulteriori dati documenta“ e l’ascolto di numerosi testimoni, ha permesso di accertare la falsità di almeno 11 sinistri oggetto dell’attività “professionale” del Franco. L’avvocato Franco era solito pagare le persone che si prestavano a rivestire il ruolo di ”falso testimone”, quasi sempre soggetti assai indigenti, mediante la dazione di piccole somme di denaro pari a 50 o 100 euro. Almeno in un paio di occasioni l’indagato ha anche cercato di inquinare le prove. In particolare, avendo saputo che alcuni “falsi testimoni” erano stati convocati presso l’Ufficio di Procura per fornire spiegazioni rispetto alla dinamica di sinistri (mai avvenuti), ha spiegato loro come avrebbero dovuto rispondere alle domande del PM. in modo da non
consentire l’accertamento della verità.

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