Sarebbe tornato alla ribalta nelle dichiarazioni dei pentiti il nome dell’ex boss della Nuova Famiglia, Pasquale Galasso (nella foto all’epoca dell’arresto).
Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti vicini alla Procura, Pasquale Galasso sarebbe stato indicato da attuali collaboratori di giustizia come depositario di segreti relativi ai rapporti tra la camorra e la cattiva politica, all’identità e al ruolo di massoni e professionisti della Napoli bene all’interno del sistema.
Una vera e propria banca dati della vecchia camorra in grado di fare finalmente luce su omicidi irrisolti e intrighi tra malavita e istituzioni ad oggi sconosciuti. Radio mala parlerebbe di un Pasquale Galasso oggi imprenditore nel settore dell’antiquariato con sede operativa nel nord Italia.
Ancora echeggia negli ambienti malavitosi la notizia del suicidio del fratello del boss Pasquale, Martino. Carismatico e di bell’aspetto Martino Galasso sarebbe stato il responsabile del gruppo di fuoco del clan, temuto dai gruppi rivali e particolarmente popolare soprattutto nel vesuviano.
Se queste tesi fossero confermate Pasquale Galasso potrebbe rovinare “la festa” ad esponenti di primo piano ancora in auge del mondo politico e imprenditori collusi da sempre con la camorra. D’altro canto non c’è poi tanto di cui meravigliarsi: tutti sanno delle eccellenti frequentazioni del boss Galasso (originario di Poggiomarino) nel mondo della politica che conta e delle istituzioni ai massimi livelli.
Pasquale Galasso , nato come delfino del super boss Carmine Alfieri, da studente di medicina è riuscito in pochi anni a raggiungere l’apice della Nuova Famiglia grazie alla viva intelligenza criminale e alle spiccate doti manageriali.
Sarebbe giunto veramente il momento di identificare i capi del sistema, le menti insospettabili di un oceano di guano che sinistro da sempre ha compromesso in negativo la vita degli onesti cittadini partenopei e vesuviani protetto da uno spesso muro di omertà e dalla complicità vergognosa di politici corrotti. Il denaro: questa l’arma usata dai camorristi per ramificarsi come metastasi in tutti i settori della società. Non ci illudiamo che la situazione muti all’improvviso come per incanto ma non possiamo astenerci dal lodare l’opera professionale della Magistratura e delle tante oneste unità delle forze dell’ordine sul territorio. A questi uomini “in toga” e in uniforme va indiscussa la stima e la gratitudine di ogni onesto contribuente degno di tale appellativo.
Alfonso Maria Liguori