Napoli, baby gang scatenate: autisti dei bus nel mirino dei teppisti

baby gangBaby gang scatenate a Napoli: presi di mira ancora una volta autisti di bus in pausa presso lo stazionamento di piazzale Tecchio. Una parola di troppo, una timida reazione della vittima e il branco è pronto a colpire. Sono mesi che si parla dell’emergenza sicurezza sui mezzi dell’Anm a Napoli ma come gli stessi conducenti dichiarano ad oggi nulla si è fatto per garantire la sicurezza del personale e degli utenti. Prendere l’autobus a Napoli ormai è un’avventura: in pratica è possibile riconoscere alle varie fermate storici borseggiatori pronti ad alleggerire la vittima di turno del portafoglio.

Per non parlare poi delle rapine e delle intimidazioni gratuite messe in essere da extracomunitari irregolari quasi sempre ubriachi. Una vergogna senza fine a cui le istituzioni continuano a guardare con estremo lassismo. Eppure il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone aveva parlato di potenziamento dei servizi di sicurezza chiedendo ai cittadini la massima collaborazione con le forze dell’ordine. Uniformi sello Stato che, è doveroso sottolinearlo, ormai non sanno più dove dividersi. Nel senso che tra guerre di camorra attualmente in atto nel centro storico e nell’area flegrea, turisti e residenti presi costantemente di mira da balordi senza scrupoli, racket e spaccio di stupefacenti a Napoli occorrerebbe un esercito bene addestrato e operativo h24. Di prevenzione istituzionale poi nemmeno l’ombra : senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione è impensabile combattere con successo la camorra e l’inciviltà.

Abbiamo talmente ripetuto questo elementare principio che paradossalmente ci sembra di banalizzarlo. Peggio che andar di notte poi in periferia: San Giovanni a Teduccio e Barra in stato ormai di guerra per l’improvvisa ripresa delle ostilità tra i clan della zona, Bagnoli abbandonata a se stessa con il progetto Bagnoli Futura continuamente bloccato dalla burocrazia e da un ostile atteggiamento di una certa parte della politica che conta , Pianura teatro in 48 h di 4 agguati di camorra (miracolosamente senza vittime) con i residenti barricati in casa per la paura di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. In questo marasma assoluto non manca l’emergenza sanità, con i principali nosocomi partenopei (tra cui il Cardarelli e il San Paolo) al collasso e quotidianamente penalizzati da carenza di personale e attacchi politici strumentali che lasciano il tempo che trovano.

Tanto ai potenti cosa importa: in caso di malanno possono permettersi le costosissime cliniche private, più simili ad alberghi di lusso che a case di cura. Insomma a Napoli il solco tra chi può e chi non può, tra chi appartiene e chi è solo appare sempre più incolmabile. Della serie: di solo mare azzurro, calcio e pizza non si campa ne si cresce qualitativamente ma evidentemente a qualche potente di turno le cose stanno bene così. Ne torbido infatti si pesca e ci si arricchisce meglio.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.