Dubito che per propiziare…”i lavaggi naturali dell’atmosfera” possa servire organizzare delle danze della pioggia collettive.
D’altra parte anche le misure che i Grandi della terra hanno faticosamente concordato a Parigi hanno bisogno di tempo per produrre i loro benefici effetti. Dunque bisognerà seguire l’antico adagio: “Primum vivere deinde philosophari”, che, aggiornato, suona pressappoco: innanzi tutto sopravvivere, poi affrontare le grandi strategie.
Mentre dunque i governanti discutono come realizzare quanto deciso nella Conferenza internazionale, ognuno di noi deve prendere coscienza del problema e cercare di difendersi dall’inquinamento e combatterlo per quanto in suo potere.
Ciascuno noi infatti ha le sue responsabilità e può contribuire a questo sforzo collettivo: dai sindaci, che debbono studiare dei rimedi meno estemporanei, agli imprenditori, grandi e piccoli, a cui spetta tutelare i propri dipendenti e la popolazione dai rischi connessi all’inquinamento prodotto delle loro fabbriche, alle aziende automobilistiche, che debbono affrontare seriamente, senza ricorrere a trucchetti o furbizie varie, il tema delle emissioni, all’amministratore di condominio che deve far eseguire una seria manutenzione ali sistemi di riscaldamento, al fumatore incallito, a cui si chiede, se proprio non sa rinunciare alle bionde, almeno di ridurne la frequentazione.
Ognuno faccia la sua parte e potremo vivere con serenità l’autunno e non solo quello; altrimenti, se ognuno aspetterà che facciano gli altri il loro dovere, temo che si prospetteranno tempi cupi.
Gianluigi Pagano