E’ accusato di stalking da parte di Fabio Quagliarella, suo padre Vittorio e anche da Guido Lembo. Nonostante ciò, il poliziotto Raffaele Piccolo, nel processo in corso di svolgimento presso il Tribunale di Torre Annunziata, ha negato qualsiasi accusa nei suoi confronti.
Secondo quanto ricostruito dai pm, Raffaele Piccolo inviava lettere anonime con minacce di morte oppure delle foto che ritraevano, in questo caso, Fabio Quagliarella in compagnia di qualche bambino. Ma non finiva qui: anche attraverso i social era solito mandare questo tipo di file. Il bomber della Samp, però, non sapeva chi si nascondeva dietro questo gioco tutt’altro che felice.
Ed è qui che entra in gioco Piccolo. Il poliziotto si faceva assegnare il caso di queste presunte minacce e si comportava da finto amico con Quagliarella e altre vittime. I malcapitati, infatti, non sapevano che dietro quelle lettere e quelle foto ci fosse proprio il poliziotto che doveva indagare sul caso.
A questo punto, Piccolo, grazie alle sue doti di informatico, distorceva la realtà e con la scusa di aver trovato il colpevole di turno, si faceva regalare vacanze (a Capri) o semplicemente un compenso in denaro. Il gioco, durato qualche anno, però è finito e ora dovrà rispondere delle sue azioni proprio al processo presso il Tribunale oplontino.
La sua deposizione in aula non ha convinto i giudici e neanche gli avvocati delle vittime: troppi “non so” e “non ricordo” sono alla base delle sue dichiarazioni.