Immensa discarica abusiva a Napoli lungo l’arteria che da Cavalleggeri conduce a Coroglio. Bruciato il cartello riportante il divieto assoluto di scarico rifiuti e trasformato il sito in una discarica dove è possibile trovare di tutto. Grossi elettrodomestici, materiali di scarto edile, buste stranamente sigillate contenenti non si comprende quale porcheria, metalli di varia natura: una vergogna senza fine che costeggia il perimetro dell’ex Italsider, ovvero di quel colosso industriale che per decenni ha inquinato i luoghi sino all’inverosimile riducendo oggi Bagnoli ad avere un arenile interdetto alla balneazione e all’elioterapia, per non parlare del tasso di patologie oncologiche in spaventoso aumento nella zona.
L’amministrazione aveva promesso servizi di videosorveglianza efficienti, controlli sul territorio da parte della polizia locale per prevenire e reprimere sul nascere il fenomeno dello sversamento illegale di rifiuti. Ad oggi invece, come spesso accade a Napoli, l’inciviltà continua a regnare sovrana in quella che ormai è terra di camorra. Inutile nascondersi dietro il dito e far finta di niente: in certe realtà di Napoli il malaffare è in eterna lotta per il controllo degli affari illeciti e i cittadini continuano tristemente a subire le angherie di individui senza scrupoli.
Non basta aumentare il numero di volanti in città ne istituire posti di blocco gestiti da ornamentali unità dell’esercito per risolvere il problema. La camorra è talmente radicata nell’humus sociale partenopeo da faticare in molti casi a distinguere il lecito dall’illecito. Tutta una farsa: questo pensa l’onesto contribuente partenoepo a cui la vita ha ben insegnato come a Napoli per contare qualcosa devi appartenere a qualcuno, far parte di un sistema che ti garantisca di inserirti con successo nella società che conta. Altrimenti, laureato, commerciante o operaio, non ti resta che fare la valigia ed emigrare alla ricerca della vivibilità che Napoli non è mai stata in grado di offrire alle persone per bene.
Giù la maschera dell’ipocrisia una volta per tutte, diamo eco alle sofferenze di chi è stato costretto da persona onesta ad abbandonare Napoli mentre camorristi senza scrupoli proliferavano mettendo su famiglia e facendo crescere i propri figli nel lusso più sfrenato. Ecco perché a Napoli ognuno si sente in diritto di fare come crede, di inquinare oltremisura territori già rovinati sotto il profilo ambientale in nome di una di un’anarchia comportamentale divenuta ormai quasi legge. In sintesi: la Napoli delle persone oneste e solo quella agonizza sotto il peso asfissiante di una camorra composta a monte da colletti bianchi e insospettabili professionisti.
Alfonso Maria Liguori