Un anno di reclusione, risarcimento in favore della Lav da quantificarsi innanzi al magistrato civile e pagamento di 1.600 euro per le spese legali: questa è la pena comminata dalla 9° Sezione Penale del Tribunale di Napoli a E.P., 47enne napoletano, pregiudicato, “figlio d’arte”, uno tra i più noti trafficanti di cardellini a livello nazionale.
L’uomo, figlio di uno storico uccellatore di Napoli, fu denunciato per l’ennesima volta nell’aprile del 2013 nel corso di un’operazione dei carabinieri di concerto con la Lipu e con l’Osservatorio Zoomafia della Lav, poiché deteneva al fine di vendita 21 cardellini, 6 fringuelli, 4 verzellini, 2 lucherini, 1 fanello, 1 calandra, 3 reti da uccellagione e 9 gabbie-trappole. Gli uccelli erano stipati in piccole gabbie e in precarie condizioni, tali da far scattare l’accusa di maltrattamento di animali.
Tra gli uccelli sequestrati vi erano anche esemplari utilizzati come richiamo durante l’attività di uccellagione. Questi uccelli vengono “incamiciati, ovvero avvolti con un filo che passa intorno al loro dorso che consente poi di legarli ad un bastoncino che i bracconieri manovrano con un cordino. In questo modo il cardellino, che in gergo è chiamato “cardellino di bacchetta”, viene strattonato di continuo per costringerlo a fare brevi svolazzi per attirare altri uccelli. Tale pratica costringe l’animale a fatiche e condotte insopportabili per la sua natura e lo sottopone a notevoli sofferenze fisiche a causa dei continui strattoni ricevuti.
“La detenzione di fauna selvatica in gabbie che ne impediscono l’apertura alare o che costringono gli uccelli in condizioni di esasperata cattività, integra il reato di maltrattamento di animali – afferma l’avvocato Fabio Procaccini, delegato della Lipu –. Questa sentenza è particolarmente importante perché oltre a confermare tale principio giurisprudenziale ha condannato l’imputato ad un anno di reclusione senza sospensione della pena, che, pertanto, dovrà scontare quando la sentenza sarà passata in giudicato”. Fabio Procaccini, in sede dibattimento, ha ricostruito tutte le fasi dell’operazione descrivendo nel dettaglio il sistema dell’uccellagione e del traffico di fauna selvatica, rispondendo alle domande sul precario stato di detenzione degli esemplari sequestrati poste dal giudice, dal pm e degli avvocati, tra cui l’avvocato Argia Di Donato che ha rappresentato la Lav nel processo.
Durante il sequestro ci furono momenti di tensione, dovuti alle intemperanze di amici e parenti del pregiudicato che inveirono contro il personale operante e tentarono di ostacolare le operazioni. I disordini sfociarono in un’aggressione fisica ai danni del responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav Ciro Troiano ad opera di un parente del condannato. Alle operazioni di sequestro partecipò anche una troupe di “Striscia la Notizia”, con l’inviato Edoardo Stoppa.
“In alcune province campane l’uccellagione e il contrabbando di fauna selvatica rappresentano un’annosa piaga – afferma il dottor Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav-. Esistono
veri e propri mercati settimanali dove gli uccelli catturati vengono venduti. Purtroppo è un problema che viene sottovalutato anche se si tratta di un’attività illegale non solo fortemente preoccupante per l’impatto che ha sulla fauna, ma anche per la presenza –che spesso diventa vera gestione-, di elementi legati alla criminalità”.
Nei mercati abusivi, tenuti a cadenza settimanale, centinaia di uccelli, tutti appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato, in quanto fauna selvatica, sono venduti impunemente. Si tratta perlopiù di fringillidi: cardellini, fringuelli, peppole, verdoni, verzellini, lucherini, ma si trovano anche altri uccelli. Gli animali sono detenuti in condizioni pietose, trasportati in stato di esasperata cattività, tenuti in condizioni incompatibili con la loro natura. Ovviamente vi è occupazione abusiva di suolo pubblico e si viola la normativa fiscale. Molti dei figuri che vendono fauna selvatica nei mercati sono pregiudicati anche per altri tipi di reati.
La Lipu e la Lav chiedono maggiori controlli per contrastare un traffico che oltre a depredare la natura, ha evidenti risvolti criminali.