Superare la sofferenza economica del Mezzogiorno per avviarsi verso un nuovo rinascimento di un territorio che non può più sopportare il disagio: non con “casse” o agenzie e interventi speciali del Governo ma con una serie di progetti “dal basso”, fatti di condivisione tra i governi locali e Roma.
È l’appello che emerge a Napoli dal convegno di A.Pro.M., l’Associazione per il progresso del Mezzogiorno, che si candida con un patrimonio di “provocazioni e progetti” ad essere la “camera di compensazione” per questo nuovo rapporto tra strutture locali e governo centrale che sia fulcro del rilancio del meridione.
Esponenti della comunità giuridica, economica e culturale del Mezzogiorno ma anche del Governo si sono dati appuntamento a Napoli per quella che, dice il presidente di Aprom, il manager Riccardo Maria Monti, può essere letta nelle aspirazioni come una “Cernobbio” di un Sud che “vede allontanarsi il resto del Paese ogni giorno di più sotto ogni punto di vista, mentre tutti gli altri Paesi, Germania in testa, hanno eliminato gli squilibri territoriali”.
“La situazione del Sud – ha detto Pasquale Dell’Aversana, fondatore di A.Pro.M. – è arrivata ad uno stato di non sopportabilità. La mortalità delle nostre imprese supera la natalità e non si può andare avanti. Più che un intervento straordinario o agenzie speciali serve un soggetto giuridico-economico che sappia mediare tra governo centrale ed istituzioni locali, un gruppo di intellettuali ed imprenditori che si pongano come mediatori tra le decisioni centrali e quelle locali.
Un network che sappia indirizzare, attrarre investimenti e promuovere iniziative dal basso, funzionando come una camera di compensazione che trasformi la realtà asfittica di oggi un un luogo di prospettiva è di proposta”. Come quella della riserva del 30% di investimenti infrastrutturali per il Sud per dieci anni: perché, viene sottolineato, “tutti devono sapere che se non riparte il Sud non riparte l’Italia”.