Chiusura di indagini per voto di scambio a Ercolano. L’inchiesta era partita nel 2015 in concomitanza con le elezioni amministrative locali che hanno visto trionfare l’attuale sindaco Ciro Buonajuto.
Nella vicenda giudiziaria sarebbero coinvolte 6 persone, tra le quali l’ex consigliere comunale Nicola Grimaldi accusato di aver promesso posti di lavoro in cambio di voti in occasione delle amministrative del 2015.
In vicende del genere è opportuno usare il condizionale: si parla infatti di chiusura di indagini e di probabile rinvio a giudizio, non di condanna definitiva e quindi di certa responsabilità da parte dell’ex consigliere Grimaldi. Chi ha sbagliato paghi: nella certezza però che reato sia stato commesso e da chi.
Quando si parla di lavoro in realtà dove l’inoccupazione è ormi endemica il terreno diventa minato: è facile poi passare l’argine dell’incomprensione, giocare sull’ambiguità delle espressioni e soprattutto agire d’astuzia pur di perorare la propria causa e i propri interessi, anche elettorali. Occorre essere certi però che da questo modus operandi si passi poi a commettere un reato vero e proprio: questo il delicato compito affidato ai giudici. A volte la linea che divide le due posizioni è sottilissima ma esistente.
Massima fiducia nella magistratura a cui ogni onesto contribuente deve guardare con rispetto e fiducia: perché se così non fosse si favorirebbe miseramente l’antistato e il potere mafioso che da sempre attenta alla sovranità della Repubblica. Troppe volte in passato, a Ercolano come in tutto l’hinterland vesuviano, si è gridato al caso eclatante sbattendo il presunto mostro in prima pagina: altrettanto spesso poi però determinate inchieste sono finite nel nulla rivelandosi bolle di sapone ingigantite ad arte.
Pensiamo all’ex sindaco di Ercolano Vincenzo Strazzullo: chi lo conosce sa bene che si parla di una persona onesta, di un ercolanese doc che può aver commesso degli errori forse per eccessiva faciloneria nel gestire questioni che avrebbero richiesto ben altra attenzione da parte del camice bianco, ma comunque un professionista per bene che non ha nulla a che vedere con contesti estranei a quello in cui lavorativamente opera. Precisazione doverosa per chi come noi non si è mai permesso di sostituirsi ai 3 gradi di giudizio previsti dall’ordinamento giuridico italiano ne ha interesse alcuno a manipolare volutamente i fatti per favorire o danneggiare mediaticamente qualcuno.
Forse se si riuscisse a lavorare, amministrativamente e politicamente parlando con maggiore sinergia tra le forze in campo si otterrebbero risultati migliori per le comunità all’ombra del Vesuvio.
In tal senso il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto starebbe svolgendo bene il proprio incarico tra giuste critiche, plausi e qualche polemica di troppo che però lascia il tempo che trova.
Alfonso Maria Liguori