Camorra, il pentito Carlo Lo Russo e il tentato omicidio di Walter Mallo

carlo-lo-russo-camorra-pentitoOrmai non ci sono dubbi: l’ex boss della camorra di Napoli Carlo Lo Russo, attuale collaboratore di giustizia, ordinò l’eliminazione del giovane ma agguerrito baby ras Walter Mallo. Come un fiume in piena Lo Russo sembrerebbe aver anche indicato ai giudici l’efferata modalità con la quale il delitto sarebbe dovuto essere compiuto dai killer (che invece mancarono clamorosamente il bersaglio ferendo Mallo solo di striscio).

I due sicari dopo aver crivellato di colpi Walter Mallo, colpendolo ripetutamente alla testa, avrebbero dovuto decapitare la vittima e porre la testa in un water da esporre nel rione Don Guanella. Un segnale inequivocabile di feroce predominio sul territorio, un monito per chiunque altro avesse solo pensato di opporsi all’egemonia dei potenti Lo Russo di Miano (alias i capitoni).

Fiumi di intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri comproverebbero la logica criminale messa in essere dai Lo Russo che in particolare in Walter Mallo avrebbero visto un nemico pericoloso, sebbene ancora in crescita, da eliminare subito e nel modo più eclatante possibile. Tanti i giovanissimi infatti pronti a seguire Mallo nella sua folle impresa criminale, nel tentativo disperato di surclassare i Lo Russo imponendo la propria leadership criminale sul territorio.

Persino la madre di Mallo, come emerso in una intercettazione telefonica, parlando con altre mamme di baby camorristi vicini al figlio si mostrava preoccupata per la portata della guerra di camorra che Walter aveva scatenato. “Meglio se assaltano le banche- testualmente dichiarava al telefono al donna – così anche se li prendono si fanno pochi anni di carcere e finisce li. Ma sfidare i capitoni equivale a dire andare incontro a morte certa”.

Una sorta di delirio giovanile in quartieri dove la mala comanda da sempre : vigliaccheria confusa con coraggio, paura con rispetto, disonore con onore. Su questi falsi principi giovanissimi napoletani finiscono sull’asfalto i loro giorni in una pozza di sangue, sfigurati dai proiettili esplosi a breve distanza da killer spesso coetanei e senza scrupoli, inseguendo un miraggio che svanisce sempre nel più drammatico dei modi. I giudici confiderebbero molto nelle rivelazioni del pentito Carlo Lo Russo per mettere finalmente le mani sui colletti bianchi del sistema, sugli insospettabili professionisti della Napoli bene veri burattinai della camorra. A giudicare dagli ultimi eventi le aspettative dei magistrati potrebbero non essere disattese : un terremoto in casa camorra dalle proporzioni incalcolabili compare all’orizzonte togliendo il sonno a insospettabili e criminali non solo partenopei.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.