L’ombra della camorra dietro la gestione di note attività nel napoletano

NapoliL’ombra della camorra dietro la gestione di note attività ristorative del centro storico e del lungomare napoletano. Secondo alcune indiscrezioni provenienti dalla Procura i carabinieri e la guardia di finanza starebbero indagando sui veri proprietari di ristoranti e pub di primo piano a Napoli.

Insospettabili prestanome ripulirebbero così i proventi dello spaccio di stupefacenti, del racket e delle principali attività illegali dei clan fungendo, in alcuni casi, come basi operative per l’usura. In pratica attraverso contatti nelle banche avvicinerebbero imprenditori in difficoltà economiche e dopo averli ammaliati con modi rassicuranti promettendo prestiti ingenti a tassi ultra convenienti passerebbero la palla agli esattori della camorra.

Le vittime si troverebbero improvvisamente a competere con delinquenti senza scrupoli vedendosi raddoppiare il tasso di interesse. Per chi non paga sono guai : violenze fisiche e psicologiche di ogni genere nei confronti anche di parenti prossimi. Anni addietro un’analoga vicenda aveva visto coinvolti i titolari di storiche attività ristorative della Riviera di Chiaia : un ‘inchiesta che , per chi ha buona memoria, fece discutere molto per il coinvolgimento di noti esponenti del mondo del calcio e di pezzi grossi della questura. Il tutto poi fini in una bolla di sapone suscitando però non poche polemiche tra gli stessi investigatori.

“Insufficienza di prove”: scarna la motivazione che annullò di fatto anni di indagini, pedinamenti , intercettazioni telefoniche e ambientali . Oggi potremmo essere alla vigilia di un nuovo terremoto nella Napoli che conta : si parlerebbe infatti di insospettabili professionisti dietro le quinte di un sistema che investe cifre da capogiro nella ristorazione. In alcuni casi la camorra avrebbe ramificato anche all’estero le pseudo attività ristorative, con particolare riferimento alla Germania, alla Spagna, alla Francia e al Sud America.

Un fiume di denaro con il quale il sistema tenta continuamente di corrompere (purtroppo sovente con successo) istituzioni, politici e amministratori. Secondo alcune statistiche una percentuale altissima di adolescenti napoletani guarderebbe con ammirazione ai grossi boss e alle attività manageriali impiantate da chi non sa letteralmente come spendere i proventi di redditizie attività criminali. Un dato allarmante che sottolinea tristemente i limiti e le disfunzioni di una società che ad oggi ha saputo offrire nella legalità veramente poco ai giovani.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.