Lo spettacolo, le cui scene sono specchio di fatti veramente accaduti a Ioia in un cammino nel tormento di un ragazzo che esce dal carcere dopo 22 anni, recupera l’energia di raccontare le prepotenze e le ingiustizie da lui sofferte. Tra gli incubi dei detenuti c’era la “cella zero”, stanza di torture e vessazioni simili a quelle che, ci insegna la storia, esistevano nel Medio Evo.
Lo spettacolo percorre una strada, “di un agire, afferma la presentazione, infame e vigliacco simile a quello che all’esterno produce la delinquenza quotidiana cui assistiamo da decenni; Sottozero diventa presto, per lo spettatore, un claustrofobico inferno di parole e gesti, di soprusi e violenze ai limiti del sopportabile, fino allo spiraglio di luce finale”.
Pietro Ioia è oggi presidente dell’Associazione Ex Detenuti di Poggioreale e difende strenuamente quelli che sono ancora oggi dentro le mura del carcere e non hanno la forza di gridare le loro sofferenze.
Grazie al suo impegno, la “cella zero” dell’istituto di pena di Poggioreale non è più sito di prepotenze e sopraffazioni a discapito di coloro i quali, devono pagare per gli errori commessi, ma secondo la Costituzione. E’ una messinscena cruda senza orpelli inutili. Interpreti del lavoro sono: Ivan Boragine, Marina Billwiller, Diego Sommaripa, Ivan Improta, Simone Somma, Antonio Tatarella, Pietro Ioia, e Cristina Ammendola.
Federico Orsini