Torre Annunziata, la compagnia “Attori per caso” in “Li nepute de lu sinneco”

capocomico-felice-pinto-e-vincenzo-pintoIl 15 ottobre, al teatro Politeama di Torre Annunziata, ho assistito a una nuova, bella rappresentazione della compagnia amatoriale “Attori per caso”, diretta da Emma Minervino, che questa volta ha messo in scena “Li nepute de lu sinneco”, una commedia di Eduardo Scarpetta del 1885.

Un altro successo per questa compagnia, che con passione e impegno porta avanti il proprio amore per il teatro, contribuendo così alla crescita culturale e sociale della città e consentendo a chiunque di poter assistere a uno spettacolo teatrale e di trascorrere due ore di serenità e di divertimento.

A mio avviso, le istituzioni pubbliche dovrebbero essere più presenti e aiutare queste compagnie amatoriali, mettendo, per esempio, a loro disposizione delle strutture dove potersi incontrare per preparare nel migliore dei modi lo spettacolo.

Un grande impegno e una grande passione animano quindi gli attori di questa compagnia, che dimostrano una voglia di mettersi in gioco per scoprire le proprie doti, per superare le proprie incertezze e per conoscere meglio se stessi. E tutto senza nessuno scopo di lucro, perché il ricavato dello spettacolo è stato devoluto a una causa nobile, ai terremotati di Amatrice. Che dire della commedia. È stata molto divertente e come spesso accade nel teatro di Scarpetta è basata su uno scambio di ruoli e su giochi di equivoci. È la storia di due fratelli, un maschio e una femmina, che si contendono l’eredità di uno zio facoltoso, scambiandosi inconsapevolmente i ruoli. Gli Attori per caso hanno interpretato in modo magistrale la commedia, in particolare Felice Pinto, nel ruolo dello zio sindaco, si è calato perfettamente nel personaggio, recitando con naturalezza e spontaneità.

Da elogiare anche il figlio, Vincenzo, nel ruolo di Felice e Anna Scognamiglio in quello di Silvia, che hanno praticamente recitato, invertendosi i ruoli. Bravissimi anche tutti gli altri attori, da Vincenzo Di Luca a Antonio Avitabile, da Gianna Machiné a Lucia Fabbrocino, da Gennaro Oliva a Giuseppina Valerio e a Nunzia Fienga, fino ai più giovani Martina Lettieri, Michela Iorio, Roberta Pinto e Augusto Avitabile. Anche le scenografie e i costumi, curati nei particolari e appropriati all’epoca, hanno creato un contesto piacevole, capace di condurre gli spettatori indietro nel tempo. Alla fine dello spettacolo c’è stato un momento particolarmente emozionante e coinvolgente, quando il protagonista, Felice Pinto, con il suo monologo sulla felicità è riuscito a toccare il cuore degli spettatori.

La felicità, ha detto, è fare le cose che ci entusiasmano, circondarsi di persone che ci fanno stare bene, concedersi qualche piccolo piacere, perché il primo dovere è essere felici. Gli applausi scroscianti e i vari “bravo” che risuonavano nella sala gremita di gente hanno ripagato abbondantemente la fatica degli Attori per caso, per i quali la vera felicità è proprio quella di recitare e di condividere con il pubblico questo sentimento.

Ernesto Limito

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