Sono le 4,30 circa del mattino quando un’autovettura viene incendiata in via Leopardi a Fuorigrotta. Semplice la dinamica: due individui avrebbero rovesciato una tanica di benzina sul veicolo, una Peugeot 106, e appiccato il fuoco.
Tanta paura tra i residenti: i pompieri prontamente accorsi sul posto hanno impiegato un’ora circa per spegnere l’incendio e porre l’auto in sicurezza. La macchina in questione risulterebbe intestata ad una giovane incensurata della zona. Su l’accaduto indagano gli uomini del commissariato di polizia San Paolo: indagini che appaiono particolarmente complesse, secondo alcune indiscrezioni, perché la vittima del raid non avrebbe legami con la camorra e avrebbe dichiarato ai poliziotti di non aver alcun problema di carattere personale.
Si escluderebbero così le piste passionali e malavitose. Gli investigatori mantengono il massimo riservo su un episodio che proprio non convince gli addetti ai lavori. Forse una relazione scomoda intrattenuta dalla donna con qualche pezzo da novanta della camorra di Fuorigrotta potrebbe aver scatenato la gelosia e le ritorsioni di qualcuno.
Allo stesso modo l’incendio dell’auto potrebbe essere un segnale inviato trasversalmente a qualche parente o amico stretto della vittima in odore di camorra. Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti che escluderebbero a monte la pista dell’atto teppistico fine a se stesso.
Chi ha incendiato l’auto lo ha fatto ben conscio di chi fosse il proprietario e con una ragione ben precisa.
Negli ambienti della malavita esistono forme di dialogo che sfuggono alle persone normali, messaggi in codice decifrabili solo da chi mangia di questo pane. Le prossime ore potrebbero essere decisive per dare un volto agli attentatori e riscostruire l’esatto movente di quello che sembra un atto intimidatorio in piena regola.
Fuorigrotta dopo il declino di Salvatore Zazo (boss locale a cui sono stati sequestrati beni immobili e mobili per 3 milioni di euro) è in buona parte territorio di nessuno: da un lato i Puccinelli – Petrone del Rione Traiano (in guerra con i Vigilia –Sorianiello) tenterebbero di controllare l’intera Fuorigrotta dall’altro il boss Alessandro Giannelli di Cavalleggeri (attualmente detenuto) potrebbe avere mire espansionistiche analoghe avvalendosi di alleanze eccellenti con la cupola di Secondigliano.
Un rebus che gli 007 della polizia potrebbero presto risolvere fermando sul nascere l’ennesima mattanza di camorra.
Alfonso Maria Liguori