Vincenzo Mazzarella condannato a 4 anni: duro colpo per il clan napoletano

mazzarella_vincenzo__harry_potterStangata al clan Mazzarella di San Giovanni a Teduccio: condannato a 4 anni di reclusione Vincenzo Mazzarella (alias Harry Potter) per spaccio di stupefacenti ed estorsione aggravata dall’art.7 (per aver favorito un clan).

Complessivamente il boss dovrà scontare 10 anni in continuazione con altri reati. 6 anni di reclusione sono stati inoltre inflitti al braccio destro di Mazzarella Francesco Giuseppe Cangiano e 4 anni a Silvio Rigotti, altro esponente di spicco della cosca. L’inchiesta era partita nel 2014 in seguito a denunce presentate da esasperati commercianti della Maddalena: da 250 a 2500 euro mensili il pizzo imposto dai Mazzarella in un momento di forte crisi per l’imprenditoria partenopea.

Una vessazione tanto asfissiante da vincere il muro di omertà che per decenni ha protetto i boss e spingere le vittime a denunciare i propri aguzzini. Tra i taglieggiati dai Mazzarella anche le attività non a norma, ovvero i mercati di abbigliamento del falso e i produttori di cd e dvd di contrabbando. Infine anche le prostitute avrebbero versato soldi ai Mazzarella per poter operare indisturbate nella zona.

Pare che a stabilire le entità delle estorsioni fosse proprio Erry Potter, ovvero Vincenzo Mazzarella: al minimo segnale di reazione da parte delle vittime seguivano immediate rappresaglie con continue violenze fisiche e psicologiche. Un vero e proprio inferno per i commercianti onesti della Maddalena e del Mercato. Denunciare : questa la chiave di svolta per contrastare efficacemente la camorra sul campo, come aveva più volte evidenziato il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone. Occorre inculcare nei cittadini il principio che i camorristi non sono intoccabili e che operando in sinergia con le forze dell’ordine e la magistratura è possibile colpire con successo criminali senza scrupoli.

Si conferma così la leadership criminale dei Mazzarella su buona parte del centro torico e della periferia di Napoli: un esercito di affiliati, presta nome, pusher al servizio del clan che vanterebbe spietati gruppi di fuoco in grado di colpire ovunque in città e provincia con la massima precisione. Questo particolare avrebbe reso i Mazzarella oltremodo temuti dagli altri clan del sistema che in più occasioni avrebbero tentato di stringere alleanze di comodo con i boss di San Giovanni a Teduccio.

Uno strapotere camorristico esteso anche alla zona porto : enormi gli interessi all’interno e all’esterno dell’area portuale dei Mazzarella sui quali la Procura avrebbe già avviato specifiche indagini. In sintesi : pugno duro dello Stato contro i clan della camorra (nella speranza che alle azioni repressive seguano concrete campagna di prevenzione sul territorio).

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.