Terremoto, ecco lo “shakemovie”: come si propaga l’onda sismica

terr-ingv1L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha realizzato il video dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di magnitudo 6.5 delle ore 07 e 40 del 30 ottobre 2016 che ha coinvolto l’Italia centrale.

“L’animazione è necessariamente preliminare – hanno scritto in una nota Emanuele Casarotti e Federica Magnoni dell’Ingv – in quanto saranno noti solo nei prossimi giorni i dettagli del processo di rottura che, per eventi di questa magnitudo, sono fondamentali per un’accurata simulazione della propagazione delle onde. Una volta analizzati saranno inclusi in un’animazione a più alta risoluzione. La scala dei colori è otto volte superiore allo shakemovie realizzato per il terremoto di 24 agosto 2016.

Le onde di colore blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso indicano che il suolo si sta muovendo verso l’alto. L’intensità del colore è maggiore per spostamenti verticali più veloci. Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale. Sono rappresentati i primi 2 minuti a partire dall’origine dell’evento sismico.

 

Non si tratta di un’animazione artistica ma della soluzione delle equazioni che descrivono il processo di propagazione. La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa. In questo caso si osserva, ad esempio, che le onde si sono propagate con maggiore intensità e più a lungo verso le regioni adriatiche, verso il Lazio e la Toscana meridionale.

Per ridurre i tempi di calcolo e viste le limitate conoscenze attuali dei dettagli del sottosuolo, la simulazione a scala italiana di questa animazione è relativamente ‘a bassa frequenza’, visualizza cioè le frequenze delle onde fino a 0.25 Hz. Questo significa che il fronte d’onda ‘interagisce’ con oggetti delle dimensioni di 2/4 km. La risposta sismica locale è quindi limitata agli effetti di strutture geologiche di queste dimensioni. Aumentando il contenuto in frequenze, si evidenzierebbero dettagli più piccoli e, ad esempio, l’amplificazione dovuta ai sedimenti. Per migliorare la visualizzazione delle onde lontano dall’epicentro, – hanno concluso gli studiosi dell’Ingv – la scala dei colori è saturata a 0.08 m/s: tutti i valori superiori a 0.08 o inferiori a -0.08 hanno lo stesso coloro rosso scuro – blu scuro, rispettivamente”.

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