“Riteniamo che il bando e l’offerta fatta dalla ditta appaltatrice del servizio mensa scolastica a Striano sia in palese contrasto con i criteri di pubblicità minimi previsti dalla legge e senza una garanzia sufficiente sulla qualità dei prodotti”. Sono queste le dure parole dei quattro consiglieri comunali d’opposizione messe nero su bianco presso la Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Lo stesso documento è giunto sulle scrivanie di Palazzo Filippetto Marino, in particolare negli uffici del sindaco e della centrale unica di committenza Striano – San Gennaro Vesuviano guidata dall’architetto Vittorio Celentano.
Anche quest’anno ad aggiudicarsi l’appalto, valido sia per Striano che per San Gennaro Vesuviano, è stata la “Ristonet”, un’azienda dell’agro che lo scorso anno ha ricevuto numerose relazioni negative per disservizi da parte della Commissione mensa strianese. L’organo speciale, formato da genitori e docenti, ha riscontrato molto spesso pasta scotta, panini dalla grammatura non prevista in bando e addirittura corpi estranei nei pasti. A tal proposito, lo scorso anno un bambino della scuola materna è stato trasportato al pronto soccorso per aver rischiato la vita a causa di un corpo estraneo presente nei pasti.
A spaventare quest’anno i consiglieri Francesco D’Andrea, Vincenzo Coppola, Annamaria Rega e Luigi Gatti, oltre ai precedenti, è il ribasso d’asta pari al 30,18% del prezzo a base di 3,75 euro a pasto stabilito dal comune. L’azienda di San Valentino Torio, per aggiudicarsi la gara, fornisce per tutto l’anno i pasti a soli 2,618 euro ciascuno. Lo scorso anno, ad aggiudicarsi la gara era stata la stessa società, ma con un ribasso d’asta inferiore e pari al 21,75% del prezzo a base. In tale contesto, i consiglieri hanno voluto mettere in evidenza anche la sentenza del Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato dalla seconda ditta partecipante lo scorso anno.
Nella sentenza IV n. 781 del 25/02/2016 il Consiglio di Stato ha affermato che il ribasso della Ristonet è destinato “a incidere negativamente sull’esecuzione del servizio, rendendo l’offerta inattendibile nel suo complesso ed il giudizio invece positivo espresso dall’amministrazione palesemente illogico e contrastante con i canoni generali cui lo stesso va informato, consistenti nell’effettiva verifica della capacità dell’impresa di eseguire il contratto alle condizioni tecniche ed economiche cui la stessa si è vincolata mediante l’offerta presentata in sede di gara.”
È inutile aggiungere che per tale ricorso il comune di Striano veniva condannato al pagamento delle spese processuali pari a 10mila euro.
“Salvaguardare l’incolumità dei nostri bambini dovrebbe essere la priorità di ciascun amministratore – spiega Francesco D’Andrea, il promotore dell’iniziativa – Abbiamo presentato anche un’interrogazione consiliare al sindaco per fornirci di spiegazioni esaustive dinanzi al consiglio e alla cittadinanza”.
Raffaele Massa