Ai nastri di partenza la stagione teatrale di Pomigliano

pomigliano-stagione-teatrale
Sipario teatrale

Si comincerà sabato prossimo con “Mi chiamo Lina Sastri”, interpretato dalla stessa attrice, un racconto libero della sua vita artistica, dalle prime esperienze teatrali, con Eduardo, Patroni Griffi, al cinema , alla musica, all’invenzione del suo “teatro musicale”. Racconto ravvivato da poetiche citazioni, da Filumena di Eduardo a Pirandello, alla casa di Ninetta, alle esperienze musicali,”Assaie” scritta da Pino Daniele per il film “Mi manda Picone”, la “Madonna de lu Carmine” di Roberto De Simone che la ha vista al debutto nel “Masaniello”, “Reginella” cantata dall’artista per la prima volta a Cinecittà in una serata evento dedicata alla commemorazione di Anna Magnani, fino al tango al bolero, alle tammurriate popolari, ai classici napoletani dell’ultimo spettacolo “Linapolina”.

Il giorno 27 novembre sarà rappresentato “Notturno di Donna con Ospiti”, di Annibale Ruccello, diretto da Enrico Maria Lamanna, interpretato da Giuliana De Sio e Rino Marcelli.  Un racconto ambientato in una casa della periferia partenopea, abitata da una madre alla terza gravidanza, Adriana  (Giuliana De Sio), moglie di un lavoratore notturno. Nel torrido agosto napoletano, Adriana porta avanti la sua esistenza tra canzoni, e TV. Sino ad un evento imprevisto, l’arrivo di due estranei che si introducono nella abitazione. Ciò farà rifiorire nella protagonista una serie di ricordi del passato in bilico tra angoscia, sogno desto e speranza, una introspezione necessaria per evadere dalla sua prigione medio-borghese.

L’8 dicembre sarà la volta di “Buena Onda”, di Rocco Papaleo e Valter Lupo, quest’ultimo anche regista, vedrà protagonisti Papaleo e Giovanni Esposito. Un poetico viaggio esotico in pieno stile del celebre attore originario della Lucania.

Dopo le feste natalizie sarà possibile assaporarne ancora i gusti, l’11 di gennaio sarà rappresentata “La Cantata dei Pastori”, di Andrea Perrucci, diretto da Peppe Barra, che sarà anche protagonista. L’opera è un adattamento, scritta da Perrucci nel 1698 con il titolo “Il Vero Lume tra l’Ombre, ovvero la Spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umanato”, narra del viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme e delle insidie che i Diavoli pongono in essere per impedire la nascita del Redentore dell’Umanità. Alla fine prevarrà il Bene, e inizierà l’adorazione di tutti i personaggi che hanno reso celebri i Presepi napoletani: pastori, scrivani, pescatori, cacciatori e anacronistiche quanto poetiche figure.

Il 2 febbraio Biagio Izzo sarà protagonista di “Bello di Papà”, diretto e scritto da Vincenzo Salemme, tra gli attori Mario Porfito, Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchuck, Rosa Miranda, Arduino Speranza, Luana Pantaleo. Una vera e propria commedia in stile Salemme, con l’ironia ed il paradosso comico che lo contraddistinguono e che si calzano perfettamente sul protagonista, Biagio Izzo.

Il 17 febbraio, invece, alle scene sarà il “Modigliani”, scritto e diretto da Angelo Longoni, interpretato da Marco Bocci, Romina Mondello, Claudia Potenza, Vera Dragone e Giulia Carpaneto. Commedia che narra le ultime ore di vita, tra delirio e povertà, del celebre artista, parallelamente ad una mostra che per lui si sta per tenere. Il racconto si snoda sull’ultimo dipinto che l’infermo Modigliani vorrebbe portare a termine e presentare e oramai senza forze, lo vede man mano realizzarsi in un susseguirsi di ombre e visioni che narrano le sue donne amate.

Il 17 marzo, infine, sarà la volta della shakespeariana “Sogno di una Notte di Mezza Estate”, diretta da Claudio di Palma e con Isa Danieli, Lello Arena, Fabrizio Vona, Viviana Altieri, Renato De Simone, Enzo Mirone, Antonella Roman. Un vero e proprio riadattamento, ove  in una antico palazzo napoletano la farà da padrona la musica, Titania e Oberon, divinità cadute sulla Terra, in una dimensione onirica, popolata da figure mitologiche, elfi, pupazzi ed uomini come burattini nelle mani di presenze etere, renderannol’opera uno splendido sincretismo che fonde perfettamente e con sapienza l’ambientazione e la poetica del massimo drammaturgo inglese con la napoletanità ed i suoi miti, in un musicale connubio stimolante ed interessantissimo.

Giovanni Di Rubba  

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano