Produzione ferma da due settimane, lavoratori senza stipendi da mesi e il futuro dell’azienda sempre più a rischio: sono queste le motivazioni che hanno spinto i 15 dipendenti dell’Acqua Acetosella di Castellammare di Stabia ad occupare lo stabilimento di via Brin istituendo un’assemblea permanente.
Rabbia e delusione per i lavoratori che dopo le tante promesse mai mantenute dai vertici aziendali, ormai iniziano seriamente a preoccuparsi per il proprio futuro. 15 famiglie da tempo non ricevono lo stipendio e molti di questi, purtroppo, non possono garantire più del cibo sulle loro tavole. Una situazione di sconforto che li ha spinti a salire sui tetti dello stabilimento questa mattina per protestare contro l’operato dell’azienda che ha bloccato la produzione.
“A via Brin non si lavora per un motivo assurdo: hanno staccato la corrente perchè non hanno pagato 4mila euro di bollette – spiega il sindacalista Fiadel Francesco Gargiulo -. Ormai hanno fatto tante di quelle promesse che nessuno ha più fiducia in loro: queste famiglie hanno bisogno di lavorare mentre loro sono interessati ad altro”.
Si era fatta avanti nelle ultime ore l’ipotesi di vendita dell’azienda ad un gruppo di imprenditori stabiesi ma Gargiulo è cauto: “Non conosciamo i nomi ne i volti di chi dovrebbe acquistare il tutto. Ci sono anche molti debiti da dover pagare che non hanno una cifra precisa: c’è chi dice un milione, chi tre: manca la chiarezza e i cittadini sono stanchi di questa situazione”.
Dopo le Terme, l’Avis e in parte Fincantieri, anche Acetosella potrebbe conoscere il dramma dei licenziamenti. Un nuovo fallimento potrebbe seriamente mettere in difficoltà l’economia della città che sta cercando lentamente di ripartire ma attualmente non ci sono delle schiarite per il futuro dei 15 lavoratori. Il sindaco e l’amministrazione comunale tutta si sono già occupati del problema e stanno cercando di trovare delle contromisure ma tutto sembra essere molto complicato.
Molti dei dipendenti hanno anche un’età avanzata e questo significherebbe che un presunto licenziamento andrebbe ad escluderli dal ciclo produttivo. Non si può e non si deve permettere una cosa simile: è fondamentale per Castellammare salvare il salvabile per poi ripartire in tempo. Ma la crisi, l’incapacità di gestire determinate aziende, e anche alcuni fallimenti politici, rendono il futuro sempre più nero.
Gennaro Esposito