Un gesto che va ben oltre la scritta in se testimoniando invece la determinazione, secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi dell’Arma, dei Frizziero di avvisare gli altri gruppi criminali operanti alla Torretta. Piazze di spaccio, controllo del pizzo, contrabbando e sfruttamento della prostituzione: queste le principali risorse dei Frizziero spesso in contrasto negli anni addietro con le famiglie del centro storico e dei quartieri spagnoli.
In realtà per lungo tempo i Frizziero avrebbero subito lo strapotere dei Giuliano di Forcella e dei Misso della Sanità: in più occasioni uomini armati fino ai denti sarebbero partiti da Forcella e dalla Sanità per regolare conti in sospeso con il clan della Torretta che avrebbe ripetutamente cercato bonarie conciliazioni con i temutissimi rivali.
Oggi la scena sarebbe profondamente cambiata : tra pentiti, ras reclusi e morti ammazzati i clan che una volta davano vita alla Nuova Famiglia non esistono quasi più, un dato che permetterebbe a giovani ras o a chi ha subito per decenni di alzare la testa e tentare la conquista criminale di Napoli a suon di stese e morti ammazzati. Radio mala parlerebbe di nuove affiliazioni tra i Frizziero relative a giovani poco più che adolescenti: ragazzi da formare come killer, pusher o semplicemente teste di legno pronte a tutto pur di sentirsi un gradino al di sopra dei coetanei del quartiere in cui risiedono. A favorire enormemente la camorra l’ignoranza e l’inoccupazione che ancora regnano sovrane in molte zone della città e in provincia.
Una sorta di rassegnazione generazionale tanto estesa quanto miserabile. Poche centinaia di euro per la vita di un 17enne , di un ragazzo che gioca a fare il cattivo andando incoscientemente incontro al più infame dei destini. Parlano le date di nascita dei tanti giovani affiliati alla camorra scolpite sulle lapidi del cimitero di Napoli. Un quadro disastroso che ad oggi ha scosso poco chi governa a livello locale e centrale la città. Veramente troppo poco, come se certe drammatiche realtà riguardassero una realtà parallela a quelle che quotidianamente subiscono gli onesti partenopei.
Alfonso Maria Liguori