Promettevano posti nell’esercito e nelle forze di polizia in cambio di soldi, nei guai 4 militari

concorso esercitoMaxi operazione della Guardia di Finanza nel napoletano: coinvolte 8 persone tra Giugliano e Villaricca accusate a vario titolo di associazione a delinquere, millantato credito, truffa aggravata.

Nello specifico in seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord sono finiti ai domiciliari i fratelli Enrico e Antonio Cassese (rispettivamente tenete colonnello dell’Esercito presso il X Centro Rifornimenti e Mantenimento di Napoli, insegnante presso l’istituto tecnico commerciale di Frattamaggiore), l’operatore di polizia penitenziaria presso il carcere di Secondigliano Carmine Imparato e Marianna Ciccarelli (moglie di Enrico Cassese).

Sottoposti inoltre agli obblighi di dimora Salvatore Pagliuca e Giuseppe Garofano entrambi in forza alla penitenziaria e in servizio sempre presso il penitenziario di Secondigliano. Semplice la dinamica dei fatti: gli individui in oggetto avrebbero promesso posti nell’esercito e nelle forze di polizia previo pagamento. Il tariffario, a seconda dell’arma scelta e del concorso, variava da 20 mila a 40 mila euro.

L’esito infelice proprio delle selezioni ufficiali per il reclutamento aveva indotto i partecipanti a denunciare l’accaduto alla Procura della Repubblica. L’opinione pubblica è apparsa profondamente turbata per una vicenda che si commenta da se. Abbiamo intervistato giovani di Giuliano e le dichiarazioni sono state scioccanti: “Hanno scoperto l’acqua calda – hanno precisato i ragazzi: ecco perché non ci fidiamo dei concorsi, tanto lo sappiamo già che se no si hanno santi in paradiso non si superano mai. E’ un fenomeno talmente diffuso nelle nostre zone che qualcuno ironizza addirittura sui compensi ricevuti dai truffaldini, di volta in volta più o meno parchi nelle pretese. Ci auguriamo che questa volta la magistratura vada fino in fondo e non si limiti a sfiorare le pedine di un gioco molto più grande ed esteso di quanto si possa pensare”.

E i presupposti sembrano esserci tutti perché l’inchiesta si allarghi a macchia d’olio. Proprio le rivelazioni degli arrestati potrebbero accendere i riflettori della giustizia su insospettabili esponenti delle forze armate gettando ulteriore fango su una vicenda di per se già vergognosa. Della serie: niente polveroni inutili ma interventi massicci e risolutori. D’altro canto come dare torto a chi affacciandosi alla vita già tra mille difficoltà si trova a fare i conti con l’arroganza di chi crede di poter violare indisturbato la legge (e spesso purtroppo vi riesce).

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.