La città di Castellammare di Stabia è divenuta un grande laboratorio di ricerca di livello internazionale, non vi è stata alcuna fuga di cervelli nonostante la grave crisi che vi imperversa, e Palazzo Farnese ne è diventata la roccaforte, ossia l’emblema per eccellenza. Non ce ne voglia il Duca Farnese, ma il Governo cittadino attuale continua, senza sosta, a produrre atti in abbondanza che sono in netta controtendenza con le notizie che, filtrandole, ad arte lasciano pubblicare articoli dalla stampa amica al fine di confondere le idee ai cittadini. Infatti, nella delibera di Giunta n°54 del 28 ottobre 2016, (contenzioso Curatela Fallimento Terme di Stabia s.p.a., Tribunale di Napoli, Sezione Imprese) emerge lucidamente che il Sindaco, e la Giunta, decidono di costituirsi nuovamente in giudizio a seguito delle posizioni assunte dalle numerose parti in causa.
Sfogliando molto attentamente gli atti intanto si deduce che: “In tale contenzioso il Comune si è regolarmente costituito a mezzo dell’Avvocatura Comunale, avendo al tempo interloquito con i competenti soggetti istituzionali, durante la gestione commissariale precedente alle elezioni amministrative del 2016” , invero questa affermazione dell’Avvocatura Comunale, non può non essere sfuggita al Sindaco Panullo, poiché, se nel corso del dibattimento, dovessero emergere gravi inadempienze da parte degli ex Amministratori di Terme, del Collegio dei revisori, dei componenti C.D.A. Direttori Generali e via discorrendo, non si riesce a comprendere il motivo per il quale, in situazioni pressoché analoghe(per le altre consorelle), non siano state fatte scelte politiche avviate nella stessa direzione.
Per rendere chiara la vicenda, basta mettere, in via generale, sullo stesso piano Terme, Multiservizi, Asam, Sint, invero tutte queste società hanno(o avevano) in comune un solo comune denominatore, ossia l’Ente Comunale, che, a prescindere dai punti di vista personali e politici, è il soggetto che ha una prerogativa fondamentale rispetto a queste partecipate: E’ organo di direzione e coordinamento di queste società.
Le note, e gli atteggiamenti, che rappresentano il contrappasso e pongono, di fatto, questi “figli” del Comune su piani diversi, sono i seguenti: L’Asam, sono circa 10 anni che non svolge alcun servizio di pubblica utilità, poiché i dipendenti e le competenze furono, a suo tempo, trasferite all’attuale Gori.
Una partecipata che, stranamente, ha continuato a macinare debiti sfusi ed a pacchetti, anche con costi aggiuntivi degli organi di controllo, pur non avendo alcuna competenza particolare e/o personale alle proprie dipendenze. La Multiservizi che, dopo una vicenda tribolata, viene posta in liquidazione ma, attenzione, i suoi lavoratori giustamente sono trasferiti in toto alle consecutive aziende di raccolta rifiuti succedutesi sin qui, considerata la necessità di “servizio indispensabile” a salvaguardia della salute dei cittadini, ma anche in virtù della tutela della “clausola sociale”. La ex Multiservizi, quindi l’Ente Comunale, oggi rischia di perdere le proprietà immobiliari causa fallimento derivante dalla “Mala gestio” di amministratori probabilmente infedeli.
La Sint, nata per la gestione diretta del termalismo in città, oggi è stata assestata in stand-by, forse nella speranza che il Supermanager, di lungo corso Vanacore, tiri fuori il famoso coniglio dal cilindro, con il tanto paventato e magnificato piano industriale in via di sempiterna elaborazione. Infine, parliamo di Terme di Stabia che è stato, e rappresenta per i nostri amministratori, il brutto anatroccolo, il figlio povero e deforme del comune stabiese, quello che, rispetto agli altri, è stato prima usato e sfruttato dalla “mala politica”, poi sedotto, ed infine abbandonato, portando l’azienda volutamente, e fatto ancora più grave, scientemente al fallimento. Tanto senza alcun intervento e senza alcun timore, dichiarando solo che “la situazione debitoria era gravissima e che non c’era via di scampo, se non perseguire la via del concordato preventivo”, percorso che è passato attraverso le aule del tribunale che ha, successivamente, deciso nel merito.
Oggi, purtroppo, tutti sappiamo come la vicenda si è conclusa. Bene, benissimo, ma che scrivo, anzi malissimo, il Comune in qualità di procreatore ha lasciato che uno dei suoi figli morisse d’inedia, poiché mentre per gli altri “figli” si è cercato di trovare una soluzione, Terme di Stabia è stata abbandonata a se stessa. Il sindaco Pannullo ha un dovere preciso nei confronti della città e dei cittadini, infatti dovrebbe spiegare le motivazioni del perché, a tutt’oggi, non attiva alcuna azione di responsabilità per l’Asam, all’opposto nell’ultimo consiglio comunale, stando alle notizie filtrate, sembra che abbia cercato di far passare addirittura un provvedimento. con una variazione di bilancio, pari a circa 800 mila euro per Asam.
Se questa notizia dovesse risultare fondata, possiamo pacatamente affermare che siamo alla follia amministrativa degenerativa. Non si spiega come, in una condizione di “dissesto amministrativo”, si riesca a pensare di elargire soldi pubblici per una società fantasma, tanto nel mentre che Terme di Stabia è stata “lasciata fallire” a seguito di una istanza di fallimento di una miseria pari a circa 30 mila euro, e questo senza tentare di provare a trovare alcuna soluzione al problema. Una vergogna tutta stabiese! Indi, ritornando alla considerazione iniziale, circa la posizione assunta dal sindaco Pannullo sulla vicenda Terme, appare evidente che l’atteggiamento del governo cittadino sul termalismo, in realtà, è molto lontano dallo sbandieramento strumentale di una presunta volontà di ripresa delle attività, al contrario, il Comune, chiamato in causa da più parti per la oramai notoria “responsabilità sull’omesso controllo” (anche tramite i suoi Dirigenti che, ieri come oggi, in alcuni settori sono da sempre gli stessi), rinvii le proprie responsabilità fidando nella medesima copertura assicurativa, richiamata finanche dagli ex amministratori(delle partecipate)in causa.
Quindi, alla fine, gli unici ad aver pagato lo scotto per la “Mala gestio” sono stati i lavoratori di Terme di Stabia; il prossimo salasso invece sarà per la Città. Saranno i cittadini che pagheranno il conto “delle scelte e non scelte” del Governo Pannullo che, nel frattempo, sembra essere uscito dalla trama del libro, del grande Erri De Luca, “La doppia vita dei numeri”.
Carlo Carrillo