Continua a far discutere l’idea di riqualificazione dei due cimiteri di Castellammare di Stabia del consigliere e presidente del consiglio comunale Eduardo Melisse. Come riportato dai colleghi di “StabiaChannel”, il consigliere ha dichiarato: “Ho lavorato giorno e notte al progetto”. Ma in realtà qualcosa non torna.
Infatti, il project financing di Melisse è incredibilmente simile, se non uguale, a quello sviluppato presso il Comune di Rimini nel lontano 2007. Basta mettere a confronto i due testi, uno pubblicato dal sito stabiese, l’altro disponibile pubblicamente del Comune romagnolo, che si scopre il fattaccio.
L’aspetto paradossale è che il progetto è copiato nei punti più importanti: caratteristiche principali delle opere, integrazione tra i progetti, proprietà delle aree e delle opere. Ben 19 pagine narrano il progetto riminese e altrettante si soffermano su quello stabiese: la creazione di ipotetici posti auto così come anche le modalità di partecipazione a questo fantomatico bando sono le stesse.
Va dato atto, però, che l’ideatore stabiese di tale progetto ha avuto almeno la prontezza di cancellare ipotetiche cifre e anche il nome del Comune riminese dal progetto consegnato ad alcuni organi di stampa. Adesso la domanda è d’obbligo: Castellammare ha bisogno di copiare per rilanciarsi e risolvere i suoi problemi? Ai posteri l’ardua sentenza.
Ma ancora: c’era veramente bisogno di mentire andando incontro a queste “figuracce”? Melisse non aveva dichiarato di aver lavorato molto e tanto a questo progetto per volontà proprio dell’assessore ai Lavori Pubblici Giulia D’Auria e del sindaco Antonio Pannullo? Ma ciò che è stato raccolto dalla nostra redazione dimostra esattamente il contrario. Un semplice copia e incolla e tutti felici.
Nelle scorse ore è arrivata la smentita da parte dell’assessore D’Auria di aver partecipato o suggerito di compiere un simile progetto al presidente del consiglio comunale ma ciò non è arrivato da parte del sindaco. Ancora ombre su una questione politica che è destinata a far discutere soprattutto nella maggioranza. Una brutta caduta di stile da parte del presidente del consiglio comunale che improvvisamente si ritrova totalmente solo perdendo anche la fiducia dei suoi più stretti collaboratori.
Gennaro Esposito