Fuochi d’artificio a Napoli per festeggiare l’omicidio di camorra

fuochi-artificioFuochi artificiali esplosi la notte scorsa nel rione “Sanità” di Napoli: gli inquirenti non avrebbero dubbi, lo spettacolo pirotecnico sarebbe stato organizzato per festeggiare il riuscito agguato di Capodimonte in cui ha perso la vita Antonio Bottone (uomo dei Vastarella) ed è rimasto ferito Daniele Pandolfi (a sua volta vicino al clan Vastarella). Si rafforzerebbe così l’ipotesi investigativa che a comandare il raid siano stati i Sequino, storicamente rivali dei Vastarella. Secondo alcune indiscrezioni trapelate da ambienti vicini agli 007 della polizia pare che si vada delineando anche la dinamica dell’agguato.

Sembra infatti che quella sera all’interno della cornetteria a Capodimonte teatro dell’attentato vi fosse uno specchiettista, ovvero un complice dei killer che avrebbe dato la battuta ai sicari, molto probabilmente con un sms, che intanto aspettavano nei paraggi. Messaggio che avrebbe confermato la presenza di Bottone e Pandolfi nel locale dando il via alla spedizione di morte. Un particolare importante per le indagini : emergerebbe un regia ben precisa a monte di un agguato studiato nei minimi particolari probabilmente dai Sequino che non volevano sbagliare. Un monito forte per i Vastarella che starebbero perdendo vistosamente terreno alla Sanità traditi, molto probabilmente, da persone che ritenevano amiche e residenti nel rione caro a Totò.

“Radio mala” parlerebbe infatti di malumori tra gli abitanti della Sanità in merito al modus operandi dei Vastarella: fanatici e violenti sembra che i cosiddetti “vastarelliani” vessassero continuamente anche le piccole attività commerciali della zona pretendendo denaro e merce soprattutto di genere alimentare. Si sa che in certe realtà se si tocca il pane il popolino insorge: questa potrebbe essere stata la condanna di un clan che avrebbe i giorni contati. Sempre radio mala ipotizzerebbe alleanze eccellenti dei Sequino con baby ras del centro storico in particolar modo di Forcella, per imporre definitivamente la leadership del gruppo criminale nella zona. Un quadro particolarmente complesso da decifrare per gli inquirenti che temono una nuova guerra di camorra combattuta tra la gente in pieno giorno.

Saltate tutte le regole del vecchio sistema i nuovi boss non temerebbero nessuno, Stato compreso: non è un caso che poco tempo addietro da uno scooter due uomini abbiano aperto il fuoco ad altezza d’uomo contro un’unità dei Falchi in servizio nel centro storico. Solo l’agilità e il sangue freddo degli agenti ha evitato l’ennesima tragedia. Un segnale forte a cui le istituzioni dovrebbero rispondere con altrettanta incisività puntando sulla repressione e non esclusivamente sulla repressione. Della serie: le pistole della camorra suonano ancora melodie di morte in città

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.