Camorra, il tramonto dei “capitoni” di Miano: si pente il boss Antonio Lo Russo

antonio-lo-russo-camorraTramonto definitivo del clan di camorra dei “Lo Russo” di “Miano” a Napoli: si pente l’ultimo ras dei “capitoni”, Antonio Lo Russo. Dopo la decisione di passare tra le fila dei collaboratori di giustizia presa dal padre Salvatore e dagli zii Mario e Carlo anche Antonio Lo Russo ha deciso di voltare pagina e raccontare ai giudici decenni di intrighi camorristici, omicidi e intese sottobanco con i colletti bianchi del sistema figli della cosiddetta Napoli bene. Da lungo tempo seguiamo la vicenda dei Lo Russo ipotizzando un imminente tracollo del clan con pesanti conseguenze sull’intero sistema partenopeo: oggi i fatti sembrano darci ragione.

Non è un caso che il boss degli scissionisti di Secondigliano, Cesare Pagano, sia compare d’anello di Antonio Lo Russo: un particolare che avrebbe allertato enormemente la cupola di Secondigliano preoccupata dalle rivelazioni del nuovo pentito che potrebbero nel giro di pochi giorni portare all’arresto di pezzi da novanta degli Scissionisti e al sequestro di beni mobili e immobili per milioni di euro. Un vero e proprio terremoto nell’universo malavitoso partenopeo che potrebbe definitivamente annientare clan ad oggi ritenuti intoccabili. Intanto i carabinieri hanno provveduto in tempi record a spostare in località protette i familiari di Antonio Lo Russo: un’operazione condotta con la massima professionalità per prevenire agguati intimidatori finalizzati a far desistere Lo Russo dall’intento di raccontare quanto sa ai giudici.

Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi dell’Arma si sarebbe giunti ad una svolta storica nella lotta alla camorra: se i Lo Russo rivelassero realmente segreti e retroscena del sistema la camorra vivrebbe una vera e propria apocalisse che potrebbe coinvolgere politici, imprenditori e istituzioni ai massimi livelli. Il potere economico di cui godevano Lo Russo gli ha permesso nel tempo di insinuarsi in ogni strato della società comprando la lealtà e l’onestà di personaggi insospettabili. La reazione dei clan legati storicamente, come gli “Scissionisti”, ai Lo Russo potrebbe non farsi attendere: enorme in tal senso il lavoro di prevenzione in queste ore dei carabinieri che temono agguati e stese contro personaggi riconducibili ai “capitoni di Miano”. “Radio mala” questa volta non avrebbe dubbi: se Antonio Lo Russo parla “sul serio” sarà la fine del vecchio sistema napoletano. Un vento gelido soffia a Miano: vento di paura e morte all’ombra del pentimento dell’ultimo pilastro di un impero criminale.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.