Numerosi colpi di pistola sono stati esplosi nella tarda mattinata di ieri in via Pirandello nella zona di “Monteruscello” a Pozzuoli contro un’impalcatura del cantiere per la costruzione di un mega discount “Md”. I carabinieri giunti sul posto non hanno rinvenuto bossoli (il che farebbe pensare all’uso di una pistola modello revolver): dalle dichiarazioni di alcuni testimoni pare che a sparare sia stato il passeggero di una “Fiat Punto” grigia che si è poi data rapidamente alla fuga. Gli intervistati non sarebbero riusciti a prendere, per la rapidità dei fatti, il numero di targa del veicolo.
Gli investigatori non avrebbero dubbi: si tratterebbe di un atto intimidatorio del racket nei confronti dei gestori della nuova struttura Md. Solita dinamica usata dai camorristi della zona per intimidire le vittime e costringerle a pagare il pizzo. In tal senso in queste ore i militari dell’Arma stanno visionando i filmati delle telecamere poste nella zona per risalire all’identità degli attentatori. Secondo alcune indiscrezioni pare che in precedenza alcuni operai del cantiere fossero stati minacciati da brutti ceffi. Tuttavia i carabinieri non escluderebbero altre piste: forse uno sgarro di qualche personaggio coinvolto nei lavori nei confronti del sistema o un accordo preso a monte e magari poi non mantenuto.
Gli 007 dell’Arma con grande professionalità non scarterebbero al momento alcuna ipotesi. Abbiamo ascoltato alcuni commercianti del posto avviliti per un andazzo che dura da sempre: “Qui a Monterusciello – hanno precisato gli esercenti – il racket è tristemente di casa. Devi pagare o appartenere a qualcuno altrimenti non ti fanno stare tranquillo. Denunciamo, ma spesso ci ritroviamo questi individui liberi in pochi giorni. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine ma spesso abbiamo l’impressione che anche loro abbiano le mani legate. Chiediamo maggiore tutela e rispetto da parte delle istituzioni. Siamo onesti lavoratori che vivono tra enormi sacrifici con la paura di essere assaliti da un momento all’altro da camorristi senza scrupoli”. Un appello accorato a cui speriamo possano dare presto risposta gli organi competenti.
Alfonso Maria Liguori