Auto usata come “ariete”: così rapinano una banca a Napoli

polizia di stato napoliRapina “artigianale” in un istituto di credito di Napoli al corso Secondigliano. Usata un’automobile come ariete per sfondare la porta d’ingresso della banca: due rapinatori armati di taglierino appena entrati nel locale avrebbero minacciato il direttore intimandogli di consegnare tutto il denaro depositato nell’istituto. L’uomo si sarebbe rifiutato ingaggiando una colluttazione con i due delinquenti e restando fortemente contuso al volto. A quel punto i rapinatori hanno arraffato il denaro presente nelle casse agli sportelli (circa 100mila euro) e si sono dileguati rapidamente.

Pochi minuti dopo sono accorse sul posto le volanti del “113” che hanno immediatamente avviato le indagini. Blindata Secondigliano con posti di blocco ovunque sul territorio, ascoltati pregiudicati della zona, visionati i filmati del sistema di sicurezza della banca che avrebbe riprese l’intera dinamica del raid. Da alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi sembra che nella zona molti pregiudicati stiano accusando il declino definitivo di storici clan partenopei. In particolar modo una pista porterebbe ad ex affiliati dei “Lo Russo” (ras per anni di Miano): con il pentimento dei boss Carlo, Mario e Antonio Lo Russo il gruppo dei “capitoni di Miano” sarebbe letteralmente imploso lasciando “a spasso” numerosi pregiudicati che adesso agirebbero affamati da cani sciolti. Un dato che preoccuperebbe e non poco le forze dell’ordine: i camorristi “senza padrone” sarebbero alla ricerca di denaro per riorganizzarsi e formare nuovi clan sulle ceneri dei vecchi sodalizi di camorra.

L’esasperazione potrebbe portare questi individui a circondarsi di giovanissimi violenti poco più che adolescenti: senza alcuna esperienza criminale i baby killer potrebbero compiere errori fatali nei raid o nelle rapine (spesso questi soggetti sono sotto l’effetto di alcol o droga) mietendo vittime innocenti. Nessuno scrupolo, nessuna pietà per i più deboli: colpire ovunque con inaudita ferocia pur di imporsi criminalmente sul territorio. Una logica perversa e distruttiva che negli ultimi tempi ha gettato i napoletani nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.