L’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino è stato condannato a nove anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica.
La sentenza del tribunale di S. Maria Capua Vetere è stata letta in aula questo pomeriggio dopo che il collegio si era chiuso in camera di consiglio alle 14 di oggi. Una lunga camera di consiglio, durata oltre 5 ore.
L’ex Sottosegretario all’Economia ed l’ex coordinatore regionale PdL, non ha assistito all’annuncio del verdetto, scegliendo di uscire dall’aula intorno alle 17. Lo stesso hanno fatto i suoi figli, presenti in mattinata. D’accordo con i legali, hanno preferito lasciare il palazzo di giustizia prima della lettura della sentenza. Troppa la tensione accumulata nei sei anni di processo e in queste ultime, intense settimane.
L’ultima udienza del lungo processo Eco4, dal nome della società che si occupava della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in diversi comuni del Casertano, si è aperta con la replica del pm Alessandro Milita e le contro repliche degli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro.
Poi la lunga camera di consiglio, infine la lettura della sentenza, per giungere alla quale sono state necessarie oltre 140 udienze dibattimentali in cinque anni e otto mesi di processo, oltre 300 testimoni citati (ma 120 quelli ascoltati), tra i quali politici di destra e di sinistra, e una ventina di pentiti di criminalità organizzata.
Il verdetto è stato deciso dal collegio C presieduto da Giampaolo Guglielmo, giudici a latere Pasquale D’Angelo e Maria Rosaria Dello Stritto.
Tanti i giornalisti presenti nel tribunale casertano per assistere alla decisione dei giudici. “Dire che questa sentenza getta un’ombra sulla politica campana è dire poco”, ha commentato il pm Milita. Saviano: “Chi ha preso il suo posto?”
“Una vicenda – dichiarano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il portavoce regionale del Sole che Ride Vincenzo Peretti – che fa capire quanto è necessario continuare nel rinnovamento politico nei territori della Campania per eliminare per sempre il marchio di infamia provocato da vicende a dir poco inquietanti. Ancora una volta una storia legata ai rifiuti ha fatto emergere quanto la criminalità e la cattiva politica vadano da sempre a braccetto. Si tratta di sistema criminale e affaristico che ha gravemente danneggiato la Campania non solo dal punto di vista economico ma anche nell’immagine”.