“Vincenzo De Luca ha detto delle cose profondamente sbagliate e gliel’abbiamo detto. Ma non lo si può accostare alla mafia”. Queste le parole del premier Matteo Renzi alla trasmissione televisiva “Otto e mezzo”. Renzi torna sul “da ucciderla” pronunciato dal governatore della Campania rivolto a Rosy Bindi nel corso di un fuori onda durante un’intervista a Matrix.
“Credo che Enzo De Luca debba chiedere scusa a Rosy Bindi per la frase del tutto inaccettabile che ha detto – sottolinea Renzi – è una frase indifendibile ma il governatore è un campione della lotta alla illegalità e alla camorra nel suo territorio”. E tempestive arrivano le scuse di De Luca per Rosy Bindi: “Credo di aver chiarito la mia posizione mezz’ora dopo, esprimendo il mio rispetto per l’onorevole Bindi. E tuttavia, qui e lì, c’è chi continua l’opera di strumentalizzazione. E’ del tutto evidente che le mie parole, presentate così come sono state presentate, erano obiettivamente inaccettabili e obbligavano a chiedere scusa. Cosa che ho fatto e che faccio. Ho chiarito il contesto, credo davvero di non avere più nulla da aggiungere”.
Nel pomeriggio, durante il tradizionale appuntamento del venerdì sull’emittente salernitana Lira tv, il presidente della Campania si era comunque sfogato: “Siamo in un paese in cui ti svegli la mattina per buttare il sangue, in una regione come la Campania, cerchi di fare il tuo dovere da uomo libero e ti devi guardare da farabutti di ogni tipo”.
L’ex sindaco di Salerno dedica venti minuti al caso del giorno, il nuovo attacco alla Bindi che un anno e mezzo fa, alla vigilia delle elezioni, regionali, lo inserì tra gli impresentabili perché imputato in un processo in cui è stato poi assolto il 29 settembre scorso. Le sue parole hanno scatenato giovedì una forte reazione, dal presidente del Senato Piero Grasso fino allo scrittore Roberto Saviano. E il governatore attacca lo scrittore senza nominarlo : “Il camorrologo di corte troverebbe violenza anche nelle canzoni di Baglioni”.
De Luca cita Verdone, Alberto Sordi, Vittorio de Sica, Claudio Baglioni per dimostrare che “l’espressione vai a morire ammazzato che immaginavo fosse una espressione di folklore abbiamo imparato che in realtà è una grave minaccia. Non un’espressione di gergo ma un programma di azione”. “Voi pensavate a Baglioni come ad un uomo romantico, perfino delicato che guardava le magliette trasparenti. Ha fatto una canzone dal titolo vai a morire ammazzato – ha aggiunto – che noi non pensavamo fosse di carico ideologico, ma che il camorrologo di corte e di salotto definirebbe messaggio carico di violenza”. Il presidente della Campania torna ad accusare Matrix: “Se qualcuno pensava di costruire, inventare un episodio che potesse determinare sconquasso nel periodo referendario – faccio fatica a pensare che sia tutto ingenuo – credo abbiano fatto guadagnare qualche centinaio di migliaia di voti al sì”.