I parroci di Napoli contro la camorra: cancellata la scritta dei “Sibillo”

sibillo-chiesaI parroci di Napoli non si arrendono alla camorra: a testimonianza ulteriore di questo incontestabile dato il gesto di padre Carmine Mazza, rettore della Chiesa di San Paolo in piazza San Gaetano, nel cuore storico di Napoli a pochi passi da San Gregorio Armeno, che ha fatto cancellare da una ditta scritte comparse sulla facciata della chiesa inneggianti al clan “Sibillo”, la cosiddetta “paranza dei bambini”, particolarmente attivo nella zona. Il sacerdote ha provveduto inoltre a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine che hanno immediatamente avviato le indagini.

In queste ore gli 007 della polizia starebbero visionando i filmati dei sistemi di sorveglianza presenti in loco per identificare gli artefici dell’incivile gesto. Il tutto mentre la notte scorsa veniva data alle fiamme l’auto di un altro sacerdote, don Salvatore Fratellanza, un “Citroen C3” parcheggiata all’esterno della parrocchia Santa Maria della Rotonda di via Pietro Castellino in cui officia il parroco che in questi giorni si trova in pellegrinaggio a Gerusalemme. L’incendio sarebbe, secondo gli inquirenti , di origine dolosa. La polizia ha avviato le indagini per far luce sulla vicenda e identificare i responsabili dell’atto intimidatorio nei confronti di don Salvatore. Radio mala in relazione alla vicenda di padre Carmine Mazza avanzerebbe due ipotesi: una secondo la quale i Sibillo avrebbero voluto con quelle scritte rimarcare il territorio e lanciare un monito preciso ai clan rivali, l’altra riguarderebbe l’impegno del sacerdote nel quartiere contro il crimine organizzato che potrebbe aver dato fastidio ai Sibillo.

Da qui la necessità di avvertire padre Carmine, sottolineando come nel centro storico di Napoli a comandare sia ancora la logica perversa della camorra. Parliamo, per chi non conosce i luoghi, di zone dove per anni hanno imperato i Giuliano, signori assoluti di buona parte del centro storico e temutissimi protagonisti dell’alleanza malavitosa denominata Nuova Famiglia (vincente sulla Nco di Raffaele Cutolo). All’epoca il sistema aveva un codice da rispettare: tra gli intoccabili i sacerdoti, gli uomini di Dio, ovvero, secondo la logica perversa dei camorristi, i rappresentanti di quella entità superiore che avrebbe dovuto proteggere i criminali negli dai camorristi rivali.

Fede e paganesimo, idolatria e culto religioso hanno per decenni contraddistinto i peggiori delinquenti che solevano ornarsi con grossi crocifissi d’oro (appesi a pesanti catene portate al collo) o con l’effige della Madonna (quasi sempre del Carmine o dell’Arco). Padre Carmine Mazza ha con molta tranquillità commentato l’accaduto: “Non mi ha fatto piacere vedere imbrattata la facciata della chiesa: non so cosa significhino determinate scritte e non tocca a me stabilirlo. Ho già denunciato l’accaduto alle autorità competenti”. Sintetico il commendo del sacerdote che potrebbe celare, per umiltà, un impegno estremamente energico nella lotta alla camorra in una delle zone più caratteristiche di Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.