Il Tribunale del Riesame ha deciso: sì all’arresto del sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. Era da lunedì scorso che si attendeva la sentenza dei giudici dopo le richieste presentate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Scafati. Si è trattato di un procedimento lungo e tortuoso che non si conclude con la sentenza di oggi: per il primo cittadino la misura è sospesa ed è atteso il ricorso di Aliberti in Cassazione.
Da ricordare, infatti, che la misura di arresto era stata rigettata nel luglio scorso dal gip: la Dda ha quindi ricorso al Riesame. Il Tribunale ha insomma riconosciuto, come riporta “Il Mattino”, che quello di Aliberti era un vero e proprio “sistema” e che sarebbero state inquinate dalla camorra le elezioni comunali del 2013, quelle regionali del 2015 (durante le quali è stata eletta la moglie del sindaco, Monica Paolino), ma non solo. Il sindaco avrebbe utilizzato i voti dei clan locali anche per le amministrative del 2008 e le provinciali del 2011.
Il Tribunale ha deciso per l’arresto anche di Gennaro Ridosso e Luigi Ridosso, ai vertici dell’omonimo clan camorristico mentre ha rigettato la richiesta per il fratello del sindaco, Nello Aliberti, per il quale sono stati comunque riconosciuti ruoli attivi nell’inquinamento delle comunali del 2013 e nell’aggressione di un giornalista. Una vera e propria bufera si è così abbattuta sulla città di Scafati, in attesa della decisione del ministero dell’Interno in merito allo scioglimento dell’Ente di Palazzo Meyer.
“Ho appreso pochi secondi fa la terribile decisione del Tribunale del Riesame. – ha commentato il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti – Grazie per la vicinanza di questi giorni. Preferisco chiudermi nel silenzio degli affetti familiari. Un abbraccio a tutti”.